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L'altra metà dell'amore

Regia di Léa Pool vedi scheda film

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La recensione su L'altra metà dell'amore

di FilmTv Rivista
6 stelle

«Mia madre era morta di cancro da circa tre anni e io iniziavo a dimenticare i suoi lineamenti», è quello che pensa e prova Mary Bradford detta Mouse, quando arriva al Perkins Girl’s College, depositata come un pacco dal padre e dalla nuova matrigna. Grazie alle sue compagne di stanza, la botticelliana Tory e la sfrontata Pauline, Mary vince lo sconforto di quell’abbandono paterno che vive come un altro lutto. Le tre ragazze hanno molto in comune, soprattutto un rapporto problematico con la figura materna e vivono come i “ragazzi smarriti” di Peter Pan. Tory e Pauline condividono anche un’intensa storia d’amore, ma quando sua sorella le trova a letto insieme, Tory non se la sente di continuare e, temendo la reazione della sua famiglia borghese e benpensante, abbandona l’amica innescando un dramma macbethiano. Governato dalla supervisione di Shakespeare e J. M. Barrie, è in scena per l’ennesima volta la difficoltà di entrare nella vita adulta. La paura di crescere, la fede assoluta nei sentimenti, il senso d’inadeguatezza per le aspettative della famiglia, trovano in questo film al femminile una discreta rappresentazione, soffocata però da un’eccessiva tendenza al manierato, soprattutto quando il viscerale rancore di Tory diventa l’assoluto protagonista della scena.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 23 del 2002

Autore: Fabrizio Liberti

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