Regia di Gianluca Jodice vedi scheda film
Presentato a Locarno, 'Le deluge' delude.
Presentato in apertura alla 77esima edizione, sezione Piazza Grande al #LocarnoFilmFestival, #Ledeluge di Jodice delude.
Algido, poco empatico, impuro.
Seppur con una fotografia curatissima, rarefatta, pittorica quella di Ciprì che inanella tanti tableaux, anche Vivants, ispirati ai grandi maestri, come nel caso di Veermer in Donna alla finestra, oggi a Dresda, il film rimane una fredda tavola sinottica della fine di un monarca e consorte.
Ottimi come sempre i costumi di Cantini Parrini che assieme alla fotografia sono l'unico interesse vero del film: quello visivo.
Lo script invece è noioso, circoscritto, pedante. Non coglie nè le vere ragioni emotive, nè i drammi psicologici della famiglia 'defenestrata' e i suoi membri.
Solo qualche aneddoto qua e la, come le guarigioni miracolose compiute da Luigi 16, re di Francia o, l'amore per il suo Weimaraner, forse tutto sommato più intelligente di lui, non tessono una panoramica piena della sua vita.
Ne svelano la natura un pò scialacquata, un pò mistica, un pò santa o un pò tonta.
Ottime le interpretazioni, seppur di personaggi insignificati sia da lato umano che psicologico: Guillaume Cagnet e Mélanie Laurent
Come la maggioranza dei nobili del tempo, degli ecclesiastici e degli insicuri, Luigi XVI fu un massone.
La personalità incerta e poco marcata lo rese fautore convinto della monarchia, dell'assolutismo e del diritto divino del re.
Deluse poi il popolo quando tentò di compiere una fuga a Varennes. Ciò gli costo pure la testa per alto tradimento.
Chiamato Luigi Capeto, in quanto discendente di Ugo, fondatore della dinastia, ciò ebbe l'intenzione di dissacrarne lo status di re, e soprannominato derisoriamente Louis le Dernier.
In realtà non sarà l'ultimo re di Francia, distinzione che spetterà al figlio di suo cugino Luigi Filippo Borbone.
Fu finalmente ghigliottinato a Parigi il 21 gennaio 1793, se non per altro, per la gioia di uno spettatore annoiato.
Trama
Il racconto dei pochi mesi in cui Luigi XVI e Maria Antonietta, gli ultimi reali di Francia, vennero incarcerati con i due figli in un castello alle porte di Parigi, in attesa di essere giustiziati. Un tempo breve, condensato, dove tra violenze e vessazioni, tutte le maschere caddero: quella del re e della regina come figure pubbliche e private, quelle dell’antico regime, quelle della Storia che voltò definitivamente pagina, e quella di Dio che da allora in avanti fu eclissato nell’ombra, lasciando l’uomo completamente solo.
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