Regia di Chiara Malta, Sébastien Laudenbach vedi scheda film
TFF 41 - CONCORSO
Mamma Paulette incolpa la figlioletta Linda per lo smarrimento del suo anello, oggetto di attenzione costante da parte della amata bambina, ma anche cimelio del cuore per la giovane vedova che è da tempo Paulette.
Quando scopre che la figlia non c'entra nulla con la sparizione, per farsi perdonare va a prenderla a casa della burbera zia ove è solita metterla in castigo, e decide di esaudire un desiderio di Linda.
Pertanto la mamma dovrà prepararle il suo piatto preferito, anche perché glielo preparava sempre il suo papà: il pollo coi peperoni.
Peccato che Paulette non sia proprio ferrata ai fornelli, ma soprattutto che la giornata festiva, intervallata da proteste e scioperi, renda difficile anche procurarsi le materie prime per tentare di concludere qualcosa di buono e riparatore.
E come ruba polli Paulette si rivela un fallimento.
Chiara Malta, al suo secondo lavoro da regista dopo il film su e con Elina Löwensohn, Simple woman, con Jasmine Trinca, visto sempre al Festival di Torino nell'edizione nr. 37 nell'allora sezione denominata Festa mobile, torna con un film d'animazione tenero e delicato, che dirige assieme al disegnatore francese Sébastien Laudenbach in una coproduzione italo francese interessante.
La storia di mamma e figlia che si amano litigando è gradevole, ma scarsamente sostenuta da un disegno certo innovativo e originale, stilizzato e sperimentale che tuttavia, molto presto, non regge e non risulta più funzionale ad una storia a cui non bastano i particolari di un sonoro preciso e dettagliato per sopperire la sommaria inefficienza di tratti poco consono ad una narrazione compiuta e duratura.
Però il film ha il merito di tratteggiare caratteri di personaggi ben cesellati all'interno di una comunità multietnica che appare ben integrata, nonostante i vari comportamenti bizzarri e folkloristici che paiono usciti fuori dalla Belleville di Pennac.
Linda e il pollo infatti, a parte qualche personaggio sin troppo costruito in stile fantozziano da rischiare la caricatura (il poliziotto imbranato su tutti) si fa forza sulla schiettezza della protagonista e degli altri personaggi che le girano attorno: tutte figure veraci, piene di carattere, focose ma anche sincere e capaci di comunicare sentimento e affetto, se non proprio amore filiale e genitoriale.
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