Regia di Chiara Malta, Sébastien Laudenbach vedi scheda film
I registi Chiara Malta e Sébastien Laudenbach descrivono la loro ultima fatica (e prima opera con la tecnica animata) come «Un'ode alla libertà, alla rivoluzione, al dissidio, anche anarchico». Pensiero controcorrente, opposizione, animazione in connubio con la commedia del grottesco, mentre il contesto francese (delle banlieu?) riporta il focus ancora una volta sull'enorme contesto della Libertà, la stessa presente nel motto del paese. Il risultato è uno spaccato sincero e lucido su un micro mondo, quello di Paulette, Linda e di tutti gli abitanti del quartiere in cui le due protagoniste vivono. Lo spazio è invaso da macchie di colore nitido, ma allo stesso tempo vago; confuse tra di loro, le piccole anime popolano una realtà disgregata, divisa in piccoli pezzi che compongono una società meschina. Linda ha visto morire il padre quando non era altro che una neonata, Paulette ha invece lasciato dietro di sè la propria metà: entrambi, hanno perso una piccola, ma fondamentale, parte della loro vita, può un pollo con i peperoni ritrovarla? La risposta sorprenderà (forse), ma è semplice quanto schietta: No. Linda e il pollo non è infatti un tentativo di ricongiungimento con il padre/marito defunto, piuttosto un affrontare il lutto mai di per sé attraversato. Come d'altronde suggerisce il titolo francese, Linda veut du poulet!, il film in concorso al TFF41 è un imperativo. Ora o mai più. Vivere il presente, per fare i conti con il passato. E adesso arriva il bello; tutto ciò in una commedia per e di Tutti. Perché non ci è mai stato insegnato ad affrontare un lutto e perché non c'è un corso base ed avanzato per spiegarlo. Ognuno affronta la morte come meglio crede, l'importante è che possa farlo in libertà, e che, nel farlo, anche attraverso i pensieri e le azioni più assurde - come inseguire per un intero giorno un pollo vivo (!) in tutta la città - non venga giudicato.
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