Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Prima di Amici Miei, anzi violentemente prima!
Germi attacca la mediocrità benpensante della borghesia veneta con una furia devastante. Tutto è travolto: i partiti, le istituzioni, la chiesa, il maschio, la femmina, la ricchezza, la povertà, i sentimenti... Questa tecnica di offensiva pessimista è orchestrata con un ritmo indiavolato, suddividendo il racconto in vari capitoli per incanalare ancora di più il messaggio d'autore volutamente senza speranza. Uno dei film del nostro cinema più duri e meno indulgenti di sempre, giustamente premiato e 'strategicamente' dimenticato dai grandi circuiti mediatici (se penso a come è difficile vederlo in TV...) al contrario del pur critico ma all'apparenza più abbordabile Amici Miei. Per raggiungere questi livelli tutta la squadra è stata importantissima, dallo stupendo cast al reparto tecnico senza dimenticarsi del coraggio in fase produttiva e di scrittura. Un scrittura che non indietreggia di fronte all'ignoranza anzi sfrutta il sussegguirsi di stupidità e vigliaccherie per rappresentare un quadro lucido e sciagurato di una società ricca di denaro ma povera di valori, schiava dell'arrivismo sterile e del cinico sfruttamento dell'altro. Estremizzando nel paradosso Germi congela un luogo, un momento storico, un'era, un paese intero e nel rivederlo oggi vengono i brividi come già negli osannati 'anni 60' le basi erano belle solide per la deriva cultural-sociologica odierna.
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