Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Caro Germi, qui avevi il dente pieno di veleno, e direi anche un ghigno compiaciuto e sprezzante... Dal punto di vista formale devo dire che il film è fatto bene, e ha anche un buon ritmo. Tuttavia, appunto, trovo eccessivi la cattiveria, il pessimismo, e il cinismo. Com'è possibile che siano tutti ipocriti, adulteri, libidinosi, pettegoli, falsi, egoisti, bugiardi, meschini, interessati? Certo certo, tutti sappiamo che persone come quelle ritratte nel film purtroppo esistono, e ve ne sono anzi anche troppe. Ma da qui al dire "Tutti sono così e tutto fa schifo" ce ne passa. Germi non è il primo a prendersela con la provincia veneta e non è stato l'ultimo, ma trovo che il ritrarre un popolo dagli indiscutibili meriti (e anche difetti, ma chi non ne ha?) come una gabbia di animali o un teatrino di burattini sia ingiusto e qualunquista. Molti se la sono presa con la tradizione cattolica del veneto, e neppure Germi è troppo tenero con la Chiesa qui; tuttavia il cattolicesimo non è il suo bersaglio principale. Quello che vuole demolire con tutte le sue forze è il matrimonio, la fedeltà, la famiglia, la morale sessuale. Il cinismo col quale narra l'episodio del tradimento di Moschin è davvero totale, con il padre che se ne frega della moglie, dei figli, e questi ultimi che se ne infischiano dei genitori e della loro divisione. E' proprio un peccato che sia andata così, perché con gli strumenti che aveveva in mano il regista poteva girare una satira garbata e anche pungente, che prendesse di mira le miserie e le ipocrisie umane senza tuttavia scivolare nel cinismo totale, e persino nella farsa, ma anzi proponendo una buona alternativa ai mali rappresentati, comunque rappresentando anche il bene che sempre convive accanto al male. Così, del resto, faceva il grande Billy Wilder. Insomma, secondo me questo film non è affatto un capolavoro, ma uno sfogo di rabbia di un regista di per sé molto capace, che in altri film aveva anzi dimostrato grande umanità.
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