Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Tre vicende di corna e maldicenze ambientate nella stessa cerchia di personaggi, esponenti della borghesia veneta bigotta e ipocrita (una curiosità: le auto hanno l’inesistente targa RZ); ogni vicenda si conclude con l’apparente ripristino dell’ordine, che in realtà lascia intatti i problemi emersi. Germi torna a occuparsi dei mostri della provincia profonda, ma rimane leggermente al di sotto del precedente dittico siciliano Divorzio all’italiana e Sedotta e abbandonata: questo film è più bozzettistico, più schematico e narrativamente meno compatto. Si fa preferire il secondo episodio, ma probabilmente solo perché Moschin e la Lisi sono gli unici due puri (almeno entro certi limiti) con i quali potersi identificare.
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