Regia di Pietro Germi vedi scheda film
La latitudine cambia ma l'ipocrisia degli italiani rimange la stessa: è questo il messaggio che - dopo la Sicilia di Sedotta e abbandontata - Pietro Germi sembra ribadire con Signore & Signori. Le signore del titolo sembrano molto poco signore e sono piuttosto isteriche. I signori si danno di gomito, si fingono amici ma si sparlano alle spalle e fanno circolare lettere anonime. La provincia veneta è il teatro nel quale si snodano i tre racconti che sorreggono le vicende dei tanti personaggi: il primo è quello in cui uno dei tanti signori (Lionello) di fa passare per impotente per sedurre comodamente la moglie (Loncar) dell'amico (Ballista). Una seconda vicenda in cui un marito fedifrago (Moschin) ostenta la propria condizione, salvo dover fare marcia indietro per le troppe pressioni di avvocati e prelati. C'è poi una terza vicenda in cui i vari amici seducono una minorenne disinibita ma in seguito vengono ricattati dal padre della ragazza.
È il tema della corna a farla da padrone, a iniettare veleno in una provincia opulenta e classista, raccontata da Germi (su copione di Luciano Vicenzoni) con piglio mordace e ritmo serrato, in un film che va ricordato come una prova memorabile delle straordinarie capacità attoriali dei caratteristi italiani degli anni '60.
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