Regia di Boris Kunz vedi scheda film
La trama di “Paradaise” è intrigante, l’eventuale prolungamento o riduzione delle vita di un essere umano ottenuta tramite la manipolazione del DNA è un argomento dal grosso peso sociale.
La AEON, una ditta farmaceutica riconosciuta e supportata dallo stato, si occupa di questo, in pratica di aumentare o ridurre gli anni di vita dietro compenso di denaro. La trama quindi è simile a quella del film “In Time” dove però la sola valuta corrente è il tempo.
Max, uno dei protagonisti del film del regista Kunz, è un dipendente della AEON, uno di quelli che convince le persone in difficoltà a cede
re il proprio DNA, in fondo si tratta solo di qualche anno della loro vita.
Poi c’è la mogliettina Elena, che a insaputa del marito ha firmato un contratto capestro con la banca a garanzia della casa. La situazione si rovescia, la casa “accidentalmente” va in fiamme e per mettere a posto il debito è necessaria una forte donazione: 40 anni della vita di Elena...
Paradaise parte da una tematica già affrontata, Kunz non tira fuori dal cilindro nulla di nuovo, manco il titolo, il film scorre abbastanza bene per un ora, poi ci si deve per forza buttare sull’azione e si fugge in Lituania, inseguiti da un fantomatico servizio di sicurezza della AEON, quindi nessuna sorpresa, se non che nell’hotel abbandonato dove si rifugiano c’è la corrente elettrica e persino l’acqua calda…
Kunz non ha nessuna intuizione, né una nuova luce emerge nel suo film dal futuro distopico, si va dal drammatico all’azione ma in modo poco convincente, suscitando progressivamente una perdita d’interesse.
Una stella in più solo per la trama.
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