Regia di Mike Nichols vedi scheda film
Premesso che secondo me dovrebbero essere aboliti tutti i film nei quali il coro dei comprimari fa l'applauso al/alla protagonista, direi che Una donna in carriera è una buona commedia, intrisa fino al midollo - per la sua commistione inestricabile di critica ed ammirazione del rampantismo sociale - dello spirito degli anni Ottanta. È forse migliore la presunta Cenerentola interpretata da Melanie Griffith della Grimilde impersonata da Sigourney Weaver? E non è che l'umanità che dimostra la rossa proletaria le derivi dall'occupare un gradino sociale più basso, rispetto alla spocchiosa collega? Se invece la morale del film (perché la carriera di Nichols merita che gli se ne attribuisca una) è che per farsi largo nella vita come nel lavoro bisogna osare, a costo di utilizzare metodi a dir poco azzardati, allora Una donna in carriera si inserisce perfettamente in quel clima che è passato alla storia, almeno nel nostro paese, come l'edonismo reaganiano, carattere peculiare di tutto il decennio ottantesco.
In ogni caso, il film godette all'epoca, secondo me, di una fama superiore ai propri meriti, così come accadde con il tanto atteso L'attimo fuggente. Film del genere sono meno profondi di quanto appaiono e dicono, sull'umana natura, assai meno di quanto invece dicano sul contesto storico (in senso lato) che li ha prodotti. Ecco: forse, con Una donna in carriera Nichols ha realizzato uno specchio di quei tempi e questo, va riconosciuto, è probabilmente il suo maggior merito.
Non è mai stata tra le mie attrici favorite, ma la preferivo come a quei tempi, priva degli accessori di gomma di cui si è dotata successivamente.
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