Regia di Roberta Torre vedi scheda film
Cambio radicale per la Torre, dopo i primi due film pregni di una comicità grottesca e fresca come Tano da morire e Sud side stori; rimane Ciprì alla fotografia ed il suo apporto è come sempre prezioso; resta invariato lo scenario siciliano, qui siamo a Palermo, ma lo strato sociale di riferimento è più elevato di quello delle famiglie degradate e semi-analfabete dei precedenti due lavori. Ciò che drasticamente viene a cambiare sono invece il genere e la struttura del film: un dramma a sfondo sentimentale, contornato da una storia di malavita (e non viceversa, come potrebbe sembrare all'inizio), costruito con ritmi e toni classici, mettendo al centro della situazione il più tipico dei triangoli amorosi, davvero da antologia: lui e lei, e l'amico di lui. Poche le sorprese, durata non eccessiva (la storia non è del resto complicatissima), un uso frequente della camera a mano che forse vorrebbe metterci nei panni dei protagonisti, ma spesso piuttosto infastidisce e basta.
L'amore impossibile fra la moglie di un piccolo boss palermitano ed il suo aiutante, più giovane e fascinoso. Quando una retata li porta tutti a processo, la situazione pare precipitare. Ma in galera ci andrà solo il boss, minacciando vendetta.
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