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Irréversible

Regia di Gaspar Noé vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Irréversible

di Isin89
4 stelle

Marcus (Vincent Cassel) e Alex (Monica Bellucci), coppia di fidanzati sui trentacinque anni, si preparano per recarsi ad una festa in un appartamento assieme a Pierre (Albert Dupontel), ex fidanzato e amico di lei. Durante la festa Marcus beve e assume sostanze stupefacenti generando l'ira della fidanzata la quale, dopo aver abbandonato la festa in procinto di fare ritorno a casa, decide di attraversare un sottopassaggio per evitare il traffico sulla strada principale. Giunta nel tunnel viene terribilmente stuprata e pestata a sangue da un depravato che in seguito si rifugerà in un locale gay della città. Marcus e Pierre, venuti a conoscenza dell'accaduto, decidono di dare la caccia allo stupratore per vendicarsi.

Esercizio di stile, sperimentazione o semplicemente desiderio di raccontare l'irracontabile e narrare l'inenarrabile attraverso una vuota e sconclusionata sequela di sequenze prive di un'anima. Gaspar Noé, regista dotato al quale non si può di certo negare la capacità e l'ardire di spingersi molto oltre raccontando situazioni spesso disturbanti, dirige un film quasi meraviglioso se osservato dal solo ed esclusivo punto di vista registico ed estetico ma assolutamente insoddisfacente se lo si considera come opera cinematografica a tutto tondo.

Utilizzando un espediente narrativo assai affascinante ma per niente originale, che ruba a piene mani dal capolavoro di Christopher Nolan Memento, Noé spezza il suo film in due grossi blocchi alternando una prima parte quasi convincente e molto interessante, per messa in scena e contenuti, ad una seconda parte fiacca e deludente per la quale si finisce per perdere tutto l'interesse precedentemente acquisito. Irréversible inizia in medias res catapultando fin da subito lo sguardo dello spettatore in una dimensione distorta e malata all'interno della quale i due protagonisti maschili cercano di dare un senso alle loro azioni. La macchina da presa è volutamente inafferrabile, sbatte da una parte e dall'altra impedendo di comprendere chiaramente cosa stia realmente succedendo. Il fuoco è annullato e si concentra solamente sul personaggio di Cassel e sulla sua momentanea follia. Non è dato sapere ma solo immaginare e aspettare. Come una furia Marcus si precipita nel locale gay aggredendo chiunque e finendo a sua volta per rimanere vittima di una violenta colluttazione. Così come l'intricato film di Nolan, Irréversible procede a ritrovo mostrandoci l'antefatto dell'antefatto fino a giungere alla scena madre situata esattamente a metà del film: lo stupro di Alex. Servendosi di piani sequenza paralizzanti per quanto siano ben fatti e di performance attoriali meritevoli (il poco talento recitativo della Bellucci è indubbiamente scusato dalla sua bellezza!!), Noé dà vita a uno dei più terrificanti stupri della storia del cinema reso ancor più reale grazie alla sua realistica messa in scena. Il corridoio pitturato di rosso presagisce il sangue e l'ingresso nei genitali della protagonista, violati da un atto terribile. Quasi quindici minuti di urla strazianti e feroci botte per una scena talmente reale e scioccante da sembrare autentica. Peccato che il film finisca proprio laddove finisce tale sequenza. Da qui in poi, o forse sarebbe meglio dire da qui indietro, Irréversible assume totalmente un'altra piega gettando nel baratro tutto ciò che di interessante era riuscito a costruire fino a poco prima. Soddisfatta la curiosità riguardo a ciò che accade non rimane che noia e sopore di fronte ad inutili e fasulli discorsi sul sesso o “colpi di scena” assestati in malo modo (la scoperta della gravidanza di Alex) che hanno il brutto scopo di voler risollevare l'ormai carente attenzione di uno spettatore ormai inorridito da un nulla esistenziale. Noé maschera con la sua bella perizia tecnica il niente di una storia che non offre nulla a chi interessato cerca di scovare probabili significati o tematiche articolate sulla vita o la morte. Ciò che ne esce è un triste e continuo “e quindi?”, ripetuto costantemente a seguito della visione di prodotto che furbescamente potrebbe risultare controverso o non convenzionale. Sul doppiaggio della Bellucci inoltre si dovrebbe stendere un velo pietoso, così come sull'incomprensibile e orrenda scena finale. Il cinema è fatto prima di tutto di messaggi e sensazioni, la necessità di comunicare qualcosa, anche la più brutta e stupida, con l'intento di avere un riscontro da parte di chi osserva. Il vero problema di Irréverisble è che questa necessità proprio non ce l'ha.

 

 

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