Regia di Gaspar Noé vedi scheda film
Alex, una bella donna, viene brutalmente violentata in un sottopassaggio. Il suo attuale compagno, il sanguigno Marcus (Vincent Cassel), e il suo ex, il più pacato Pierre - amici tra di loro - si mettono a caccia del responsabile, in un crescendo inarrestabile e insensato di violenza.
Il film scorre inversamente partendo dal finale, in una trovata che ricorda Memento. L'idea del regista - non originale - sembra però avere una giustificazione "filosofica" nelle frasi che pronuncia Alex parlando in ascensore di un libro che sta leggendo: tutto quello che succede è già stabilito, quindi mostrare una storia dalla fine significa riavvolgere il tessuto di ciò che doveva per forza accadere.
A parte questo il film di Gaspar Noé non sembra cercare un significato nella storia che racconta; non fa altro che rappresentare la realtà sociale e umana nei suoi aspetti più abbietti. Proprio nel mostrare la mancanza totale di senso - la donna stuprata quando esce dalla festa, la sua esistenza distrutta da un momento all'altro - sembra cogliere il nocciolo di quello che - improvvisamente e inesplicabilmente - può accadere oltre la nostra volontà ed immaginazione. La reazione di Marcus, che inizia a picchiare a destra e a manca - fino all'apoteosi inevitabile - dimostra la totale mancanza di controllo che spesso abbiamo non solo sugli avvenimenti, ma anche su noi stessi. Unica nota dolente, forse, la recitazione della Bellucci, un filo piatta e monocorde*.
* Ho riguardato il film a distanza di anni e - oltre ad averlo trovato ancora notevole nel complesso - ho rivalutato anche l’interpretazione della Bellucci, non poi così male, e sicuramente al meglio delle sue possibilità.
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