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Mean Machine

Regia di Barry Skolnick vedi scheda film

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La recensione su Mean Machine

di FilmTv Rivista
4 stelle

Nel 1974, Robert Aldrich diresse “Quella sporca ultima meta”, uno dei suoi numerosi film sulle “sporche dozzine”, su una disperata partita di football americano giocata da un gruppo di detenuti. 27 anni dopo, il produttore di “Lock & Stock” e “The Snatch” ne ha fatto un remake in versione inglese, diretto dall’esordiente Barry Skolkick, sostituendo allo sport originario il più nobile e molto più diffuso gioco del calcio. In questa versione, Vinnie Jones è Meehan, un giocatore finito in carcere per aver venduto una partita della nazionale contro la Germania. Il direttore del carcere (David Hemmings) che ha fatto di tutto per averlo nel suo carcere, lo costringe ad allenare la squadra dei detenuti, che dovranno affrontare i secondini. Superata l’ostilità dell’ambiente e le varie inettitudini della variopinta compagine atletica, Meehan deve però vedersela, ancora una volta, con il direttore che, avendo investito parecchio denaro nella squadra dei secondini, pretende di pilotare l’esito della partita. In realtà, con l’epico cinismo di Aldrich il film ha davvero poco a che fare. Siamo piuttosto dalle parti di certo cinema inglese da confezione export (“Best”, “Lucky Break”), che negli ultimi tempi fa sentire il fiatone. Anche la sceneggiatura e gli attori, che di solito fanno la forza di questi film, sono sempre meno efficaci.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 23 del 2002

Autore: Emiliano Morreale

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