Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
L'industria cinematografica italiana sembra girare attorno ai coniugi Cortellesi/Milani in via pressoché esclusiva tant'è che "C'è ancora domani", grande protagonista del botteghino del 2023, ha ceduto lo scettro di film italiano più remunerativo del 2024 ad "Un mondo a parte" di Riccardo Milani che rimane, alla fine dell'estate, l'italiano meglio piazzato, con i suoi 7 milioni d'incasso, nel malandato botteghino di casa. Il merito, probabilmente, va ricercato nell'onda lunga del clamore suscitato da Paola Cortellesi che a marzo riusciva a riflettersi sul lavoro del marito. Ma la tenuta del film è dipesa anche dal soggetto accattivante, dalla presenza di un attore buono per tutte le stagioni, e da tempo adattatosi in ruoli da commedia dolce amara, e dalla presenza di un'imitatrice capace di attirare su di sé critiche sostanziose oltre la simpatia del pubblico televisivo. A rendere ancor più appetibile "Un mondo a parte" è la soddisfazione del pubblico di sentirsi preparato, e quindi coinvolto emotivamente, di fronte ai temi trattati, temi piuttosto noti al pubblico generalista che a varie ondate sente parlare dell'annoso problema dello spopolamento del territorio montano, della natalità zero nel paese, della crisi delle istituzioni scolastiche e, ultimo ma non meno importante, della guerra ucraina con il suo carico di tragedia e di profughi in arrivo in Italia. L'idea di Milani di affrontare questioni così importanti introducendo pian piano il maestro Michele in una realtà sconosciuta e complicata con delicatezza ed ironia è il punto di forza. Lo spettatore può ritrovare se stesso nel maestro perché al pari del personaggio deve essere erudito per gradi sul territorio dell'Abruzzo e sui problemi annessi e connessi. Milani parte con il piede giusto. Mescola momenti comici e seriosi con l'equilibrio necessario a rendere la commedia prevalente ma non soverchiante ed il trattato sociale interessante ma mai noioso.
Una volta introdotti i personaggi ed il contesto in cui essi si muovono il film non ha più nulla da dire ed il pretesto narrativo di rimpolpare l'unica classe del paesello per evitarne la chiusura si sgonfia in una montagna di luoghi comuni. Già lascia perplessi pensare che in un piccolo centro appenninico ci sia ancora la scuola ma che ci siano anche un comandante dei carabinieri ed un prete a cui chiedere il benestare è del tutto inverosimile.
Il problema non è tuttavia l'incredulità che si fa strada anche nel finale quando l'epilogo della faccenda richiede l'ausilio di un hacker di quinta elementare. Il problema è che nel progredire della storia viene a mancare l'equilibrio tra impegno civile e commedia che aveva reso effervescente la parte iniziale. Non mi è piaciuto il tono grave ma anche un po' falso della sequenza del tentato suicidio. Nella seconda parte Milani si trasforma da difensore della provincia ad avvocato accusatore esaltando la chiusura del mondo montano/contadino che si nutre della mancanza di cultura, lavoro e opportunità. Un po' troppo furbo nell'indulgere in toni drammatici il film distorce in parte la realtà citando come causa principale dell'abbandono dei paesi della valle la chiusura delle scuole. Nulla viene detto del terremoto della Marsica che nel 1915 causò la completa distruzione di Avezzano, oltre 30.000 morti e il quasi totale abbandono dei restanti paesi semidistrutti dal sisma. Forse serebbe stato più corretto indicare nel disastroso terremoto del secolo scorso la fine di Sperone che la maestra Agnese assume, invece, ad emblema concreto di gestione poco lungimirante della pubblica istruzione.
"Un mondo a parte" è senza dubbio godibile. È da premiare il tentativo del regista di affrontare i problemi del paese con un tono leggero e comprensibile su vasta scala. Non è, però, convincente lo svolgimento del tema. D'istinto mi verrebbe da bocciare l'alunno Milani ma forse è troppo e si rischierebbe di far chiudere la scuola senza un diligente scolaro che contribuisca alla sufficienza della pluriclasse dell'industria cinematografica italiana.
Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara
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