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A Haunted Turkish Bathhouse

Regia di Kazuhiko Yamaguchi vedi scheda film

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La recensione su A Haunted Turkish Bathhouse

di undying
6 stelle

"Il gatto nero" di Edgar Allan Poe nella più bizzarra, stravagante, versione cinematografica: quella giapponese prodotta dalla Toei. Un insieme di differenti generi si danno il cambio; il film giunge all'horror solo passando dal dramma e dall'erotico, quindi dalla commedia e dall'azione.

 

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A Haunted Turkish Bathhouse (1975): locandina

 

Giappone, fine anni '50. Yukino (Naomi Tani) vive un triste rapporto matrimoniale, essendo continuamente tradita e maltrattata dal coniuge Yûzô (Hideo Murota) che pure la costringe a prostituirsi in un bordello (in apparenza una regolare attività di stabilimento balneare turco). La degenerazione di Yûzô appare ancora più squallida quando Yukino apprende che il marito ha stuprato sua sorella minore, Mayumi (Misa Ohara), recentemente trasferitasi a vivere con loro. Quando Yukino informa Yûzô di essere incinta, subisce la violenza reazione dell'uomo che, assieme alla sua amante Utae (Tomoko Mayama), la lega per torturarla sino alla morte, murando poi il cadavere nel seminterrato del bordello. Non molto tempo dopo, Mayumi si presenta allo stabilimento balneare in cerca di lavoro, con l'intenzione di vendicarsi di Yûzô che, nel frattempo, è diventato il gestore del locale. Non sarà la sola a fare giustizia, dato che l'anima di Yukino ritorna dall'oltretomba assumendo forma antropomorfa di gatto feroce.

 

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A Haunted Turkish Bathhouse: titoli di testa

 

E possibile immaginare il celebre racconto The Black Cat, di Edgar Allan Poe, adattato per il grande schermo in versione nipponica dalla "Toei"? Difficile, probabilmente impossibile. Tanto che si fatica a credere a quel che si è assistito anche dopo aver visto il bizzarro e stranissimo film in oggetto, per l'occasione scritto in maniera piuttosto delirante da Masahiro Kakefuda (sceneggiatore saltuariamente al servizio di alcuni "Pinku eiga") e Nobuaki Nakajima. Gli autori inseriscono il soggetto horror in un contesto temporale che riguarda l'abolizione dei bordelli in Giappone, sancita da una legge nazionale alla fine degli anni '50. Come prassi delle produzioni orientali, lo sa bene ogni appassionato di questa cinematografia, ogni pellicola non è mai facilmente inquadrabile in un genere specifico. Anche A Haunted Turkish Bathhouse rispecchia questa regola: inizia come un mafia-movie (Yakuza), diventa una roman-porno alla "Nikkatsu" (probabile ragione della presenza dell'icona Naomi Tani, star del filone s/m), quindi si trasforma via via in dramma, commedia (espressa dai frequentatori del bordello, tipi alla Alvaro Vitali e Tiberio Murgia che strabuzzano gli occhi durante gli amplessi, assumendo espressioni da attacco spastico mentre loro faccia è posta tra le tette delle ragazze) e infine, in un tempo limitato ai 15 minuti finali, diventa un horror con manifestazione della ritornante in cerca di giusta vendetta. La furia di Yukino è però anticipata dal suo gatto nero che, da metà tempo in poi, vola sul set (letteralmente, lanciato da qualcuno della troupe) sino ad essere decapitato da Yûzô. Proprio il sangue del felino, finendo sulla parere che cela il corpo murato di Yukino, ne causa il ritorno. La donna, spirito infernale vendicativo sottoforma di gatto-mannaro, compare con capelli bianchi e in abito dello stesso colore (l'esatto opposto del suo animale domestico), con unghie lunghissime e occhi da gatto mentre, anche lei volando (spesso ripresa con movimenti al contrario) si esprime solo a versi, ovvero tramite il classico miagolio da micio infuriato. Ma compie comunque, tra un salto e l'altro, una vera e propria mattanza. Inutile dire che la paura non è qui di casa, mentre - se si esclude il lungo supplizio inferto a Yukino - resta impresso il registro eccessivo e surreale dato dai movimenti irregolari del gatto nero e della sua controparte (ritornante) femminile.

 

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A Haunted Turkish Bathhouse: Naomi Tani 

 

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A Haunted Turkish Bathhouse: Hideo Murota

 

Non c'è modo di prendere sul serio il prodotto, anche quando tratta (in maniera a dir poco inappropriata) la questione della violenza sulle donne e della mercificazione dei loro corpi nel bordello. Visionare un'opera come questa contribuisce a far scendere dalla classifica dei peggiori film di sempre il tanto deprezzato Plan 9 from Outer Space (Ed Wood, 1959). Per fortuna, però, A Haunted Turkish Bathhouse dura poco e nel complesso, grazie alla solida regia di Kazuhiko Yamaguchi (cineasta della scuderia Toei, più spesso all'opera per film di karate - tipo Sister Street Fighter o Delinquent Girl Boss - ingiustamente poco considerato in patria, da pubblico e critica), a scenografie suggestive, alla sempre affascinante presenza della Tani e alla splendida cinematografia di Osam Tanaka, il film scorre veloce e, stranamente, riesce anche a divertire.

 

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"Credo che i gatti siano spiriti venuti sulla terra. Un gatto, ne sono convinto, può camminare su una nuvola."

(Jules Verne)

 

OST di Hiroshi Babauchi

 

Trailer 

(Video soggetto a limiti d'età)

 

F.P. 26/04/2023 - Versione visionata in lingua giapponese (durata: 81'28")

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