Regia di Richard Linklater vedi scheda film
Somma stupidaggine questo Waking Life.
Quanto è diventato pomposo e saccente il pur talentuoso Richard Linklater nel corso degli anni.
Nel '95 i due deliziosi innamorati di "Prima dell'alba" si scambiavano intelligenti e a mare considerazioni sulla vita, ora in "Waking Life" pure le scimmie prendono la parola, e straparlando come un professore universitario ubriaco.
Film surreale, sperimentale e pretenzioso, "Waking Life" è un trattato filosofico onirico, su quello che viene dopo la morte, in un limbo immaginifico tra realtà e sogno.
Il protagonista viene investito da un auto, e inizia un peregrinaggio "fluttuante", in cui visita decine di persone, ognuna di esse con qualcosa da dire, poco importa se si tratti di qualcosa sul libero arbitrio, la reincarnazione, Philip K. Dick o le armi...
Realizzato con la tecnica del rotoscope (come il primo "Signore degli anelli"), attraverso cui immagini riprese dal vero vengono rielaborate sotto forma di cartoon, è un' estenuante e verbosa pellicola di cui alla fine sfugge il senso.
I personaggi si parlano addosso per quasi due ore, ma i loro discorsi, talvolta insulsi, quasi sempre dispersivi, più che specchio sincero di una generazione senza punti fermi (in una sequenza tornano anche Hawke e Julie Delpy), suonano solo narcisistici e autocompiaciuti.
Uno dei pochi film che ho faticato a terminare.
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