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Un altro Ferragosto

Regia di Paolo Virzì vedi scheda film

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La recensione su Un altro Ferragosto

di mm40
4 stelle

A quasi trent'anni di distanza si ritrovano in vacanza a Ventotene le famiglie Molino e Mazzalupi: intellettuali di sinistra radical chic i primi, burini arricchiti di destra i secondi. I Molino sono alle prese con il declino psicofisico di Sandro, il capofamiglia, mentre i Mazzalupi stanno per festeggiare le nozze di Sabrina con Cesare.


Ci sono sequel dettati dall'estremo successo del primo film; Ferie d'agosto (1996) andò molto bene, ma proporne un seguito a quasi tre decenni di distanza non è sicuramente una scelta di questo tipo. Altri sequel nascono per mancanza di idee, quando un autore arriva a raschiare il fondo e ripropone le sue vecchie storie con una diversa salsa; anche questo non è sicuramente il caso di Un altro ferragosto, che prende le mosse dalla pellicola del 1996 ma vive (anche) di luce propria e, soprattutto, vede dietro la macchina da presa un Paolo Virzì a cui senza dubbio l'ispirazione non manca (si considerino i suoi ultimi film, Siccità del 2021 e Notti magiche del 2018). Qual è insomma lo spirito di quest'opera, cos'ha portato Virzì a mettersi a scrivere il copione – insieme a Carlo, suo fratello, e al fido Francesco Bruni – di Un altro ferragosto? L'unica risposta che verrebbe in mente è: nostalgia. Non autocelebrativa, questo pare evidente, non c'è traccia di megalomania qui: una nostalgia sottile, una voglia di riprendere il filo di un discorso lasciato sospeso tanti anni prima e ancora vivo, attuale. E certamente fomentata da esigenze produttive ben più propense a sovvenzionare un lavoro di questo tipo che uno del tutto originale. Il discorso di Un altro ferragosto è però più superficiale di quello improntato in Ferie d'agosto: non si arriva al brutale compiacimento delle pellicole dei Vanzina, ma la sostanza di fondo è bene o male quella, la descrizione dei burinismi e dei poveraccismi contemporanei. Gli intrecci della storia un po' ne risentono (l'inserimento a forza di social e comunicazione digitale, per esempio, che sembra più doveroso che spontaneo), ma la capacità di osservazione della realtà è comunque apprezzabile. Nel cast ritornano quasi tutti gli attori principali, da Silvio Orlando a Laura Morante, da Sabrina Ferilli a Gigio Alberti, con nuovi inserimenti di buon calibro come quelli di Emanuela Fanelli, Andrea Carpenzano, Ema Stokholma, Christian De Sica e Vinicio Marchioni. Che in definitiva la vena di Virzì sia un minimo affannata si deduce quantomeno dalla scena del delirio di Sandro, in un bianco e nero con sottofondo di forte vento che è una specie di scenetta alla 8 ½ senza spunti originali o memorabili. 4/10.

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