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Un altro Ferragosto

Regia di Paolo Virzì vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un altro Ferragosto

di axe
6 stelle

A quasi trent'anni di distanza, familiari ed amici che gravitano intorno al personaggio del giornalista Sandro Molino incontrano nuovamente, sull'isola di Ventotene, gli appartenenti al "clan" Mazzalupi. La timida ed insicura Sabrina, divenuta fortunosamente influencer, ha scelto l'isola pontina quale luogo ove celebrare le nozze con il suo manager Cesare Conocchia. Il trascorrere del tempo ha reso impossibile la presenza di alcuni personaggi, nel frattempio deceduti; lo stesso Sandro è gravemente malato di tumore, non ha molto da vivere ed il suo cervello a tratti vacilla. Nessuno tra i "superstiti" degli anni '90 è invecchiato bene. Gli incontri / scontri che avvengono sull'isola portano a nudo, ancora una volta, difficoltà relazionali, psicopatie, delusioni. Paolo Virzì offre un sequel ad uno dei suoi primi film, "Ferie D'Agosto", del 1996. Sono presenti buona parte degli interpreti e dei personaggi presenti in quest'opera. Ci si ritrova, dopo molti anni, anziani, malati, delusi, corrosi da rimpianti; i malesseri, fisici e mentali, personali sono aggravati da influenze sociali negative. I "radical-chic" del post-Guerra Fredda hanno disperso le loro energie tra progetti culturali di scarso successo; si sono rifugiati nella loro intimità; o anche, sono divenuti i nuovi "capitalisti". I "popolani" non cambiano mai. Sperperano risorse in cose futili, hanno idee qualunquiste, insofferenza verso leggi e regole di convivenza - per loro personale vantaggio - e sono terribilmente attaccati al denaro, unico strumento che gli consente di apparire e, di conseguenza, sentirsi "qualcuno". Il giornalista Sandro Molino, interpretato da Silvio Orlando, è consapevole di essere prossimo alla morte. Deluso dalla politica, dall'evoluzione della società, dalle scelte dei familiari, ha cercato rifugio nello studio di un passato per lui eroico. Ventotene, durante gli anni della dittatura, fu scelta quale luogo di confino per oppositori politici. L'averli riuniti lì rese l'isola una "fucina di idee" le quali diedero vigore ai movimenti resistenziali ed orientarono scelte politiche e di alta amministrazione nel secondo dopoguerra. Gli ultimi sforzi dell'intellettuale sono volti a far ottenere all'isola ed alle vestigia dell'epoca il riconoscimento che spetta loro da parte delle istituzioni comunitarie, essendo risultate quelle nazionali relativamente inerti in materia. Ciò lo porta in aperto contrasto con i Mazzalupi, pronti a spazzar via un fabbricato che egli crede una testimonianza storica - in realtà fatto realizzare, ad ingannevole consolazione del giornalista malato, dal figlio Altiero, divenuto ricco oltre oceano grazie ai proventi ottenuti a seguito del successi di un'applicazione di messaggistica. Altiero (Andrea Carpenzano) non ha mai avuto un buon rapporto con il padre; la vacanza in Ventotene è l'ultima occasione a sua disposizione per tentare di ricucire. Anche la moglie di Sandro, Cecilia (Laura Morante), è in difficoltà. Legata affettivamente al marito ma cedevole di fronte ad un qualsivoglia segnale d'interesse da parte di un altro uomo, vive da sempre all'ombra del compagno di vita. Sandro più volte cade addormentato e, alla fine, in coma. In sequenze oniriche rappresentate in scala di grigi lo vediamo svegliarsi sull'isola, durante gli anni '40, insieme ai confinati, i quali instaurano con lui un dialogo; ne nasce un'introspezione, favorita da quelle figure idealizzate - le sue guide spirituali - tramite la quale comprende gli errori commessi, i quali sono poi riconosciuti davanti alle persone care, che la sua debordante personalità ha costretto nell'angolo, annichilito, causando in loro varie psicopatie, dalle quali sembra immune solo la figlia, forse perchè è una psicologa in grado di comprendere tali dinamiche. Non va meglio tra i Mazzalupi; è chiaro che Cesare Conocchia è un opportunista, interessato a sposare Sabrina in virtù dei lauti guadagni garantiti dagli sponsor in proporzione alle visualizzazioni dei video della giovane. Pur dicendo sostanzialmente sciocchezze, Sabrina è un personaggio noto. Ciò attira l'interesse di personaggi interessati ad intercettare la benevolenza dei fan della ragazza - di certo, di livello culturale pari o inferiore - la quale può trasformarsi in ... voti. Dunque, giungono a Ventotene, viscidi politicanti con codazzo di guardaspalle, pronti a sfruttare l'occasione. Non lo comprende (o fa finta) la ormai svampita mamma Luciana (Paola Tiziana Cruciani), la quale reca con sè l'urna con le ceneri del defunto marito. Lo comprendono benissimo la zia Marisa (Sabrina Ferilli), anch'ella vedova, la quale si accompagna al "palazzinaro" in disgrazia Pierluigi Nardi Masciulli (Christian De Sica), un imbonitore a sua volta messo "a giro" da familiari infedeli, e Daniela (Emanuela Fanelli), rancorosa ex-moglie giunta su Ventotene con figlio a seguito pur di ottenere benefici economici. Le illusioni di Sabrina (Anna Ferraioli Ravel), ragazza timorosa e bruttina hanno fine il giorno stesso della cerimonia nuziale. Dolore e rabbia esplodono con fragore, ma il matrimonio non va a monte. Ognuno trova vantaggio nella prosecuzione della farsa, sia per soldi, sia perchè ... meglio una finzione che il nulla. Tra gli attori, ho apprezzato Silvio Orlando e Vinicio Marchioni; il suo Cesare è un convincente "arricchito", prepotente, omofobo e qualunquista. Sono presenti nel cast anche Gigio Alberti (Roberto, l'uomo che fece "sognare" Marisa trent'anni prima, preso a bastonate dalla vita, ma mai domo) e Rocco Papaleo; nulla sembra turbare il menefreghismo dell'ormai ex-carabiniere. Le riprese offrono gradevoli scorci dell'isola di Ventotene, per molti aspetti ancora selvaggia. I toni, inizialmente di commedia, evolvono in tragedia. Ancora una volta Virzì racconta il suo tempo, elevendo impietose critiche a varie tipologie di personaggi. Tuttavia, il suo pensiero non è nitido; l'epilogo giunge a seguito del verificarsi di eventi apparentemente sconnessi; durante una notte, accade di tutto. Una innaturale quiete ammanta la scena nella mattinata successiva. Forse, il senso di ciò è che nessuno ha veramente volontà o capacità per cambiare le cose ? E' probabile. L'unico con le idee chiare, grazie al suo "dialogo interiore", è Sandro. Ma l'anziano giornalista, raggiunto tale livello di consapevolezza, non è più in grado di agire, in questo mondo. Tra la cerchia degli "intellettuali", nulla più, se non qualche tratto esteriore, rimane dello spirito che univa persone apppartenenti a tal contesto sociale ed ideologico nei decenni precedenti. I suoi appartenenti non sono molto diversi dai "qualunquisti" - al netto del pensiero circa le unioni tra persone dello stesso sesso - i quali sono come erbe cattive. Nascono, ingrassano, si riproducono disordinatamente, tirano avanti, sempre a caccia di soldi e di successo, inseguiti dai creditori e legati all'immagine, godono, invecchiano, muoiono, con qualche rimpianto circa il loro passato. Nessuno è felice, tranne, forse, i bambini. Una rappresentazione della nostra contemporaneità tanto negativa da apparire non del tutto realistica. Buon film, ma con una marcia in meno rispetto al più "conciso" prequel.

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