Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
fa venire i brividi pensare dove vanno a finire i soldi che siamo obbligati a pagare alla rai e alla regione lazio per propinarci ciofeche del genere
Trent'anni dopo l'uscita di "Ferie d’agosto", Paolo Virzì tenta di riportare in vita la magia di quel Ferragosto del 1996 con "Un altro Ferragosto". Purtroppo, questa operazione si rivela un disastro nostalgico, privo di sostanza e di originalità, che finisce per essere una delusione su tutta la linea.
La trama si sviluppa attorno ad Altiero Molino (Andrea Carpenzano), ora imprenditore di successo grazie a un'app irrinunciabile, e a Sabry Mazzalupi (Anna Ferraioli Ravel), influencer di grido. Questi personaggi, insieme ai loro familiari e a una serie di nuovi e vecchi volti, si riuniscono a Ventotene per una nuova battaglia ideologica e personale. Tuttavia, la narrazione si perde in una serie di scenette prevedibili e scontate, incapaci di suscitare vera comicità o riflessione.
Il cast, composto da talenti noti come Sabrina Ferilli e Cristian De Sica, non riesce a salvare il film. Ferilli brilla solo in brevi momenti grazie alla sua verve naturale, mentre De Sica appare perso nei suoi soliti manierismi. La presenza di Silvio Orlando, malato e nostalgico, tenta di aggiungere gravità alla storia, ma si riduce a un inutile e triste intermezzo che non riesce a risollevare il film dalla sua insipidezza di fondo.
Virzì, un tempo acuto osservatore del cambiamento sociale, sembra ora avere le idee confuse. "Un altro Ferragosto" oscilla tra la critica della generazione social e la celebrazione della comunità LGBTQ+, senza trovare una coerenza tematica o narrativa. Questo approccio disorganizzato risulta in un film che cerca di criticare ma finisce per normalizzare l'anomalo, mancando completamente l'obiettivo di una vera satira sociale.
Laura Morante, tra i volti di ritorno, si distingue più per le sue recenti dichiarazioni pubbliche che per il suo ruolo nel film, contribuendo poco alla trama. Il tentativo di Virzì di inserire riflessioni storiche sull'isola di Ventotene come luogo di confino fascista appare superficiale e mal gestito, aggiungendo solo confusione e ulteriori distrazioni a una narrazione già frammentata.
In sintesi, "Un altro Ferragosto" è un film grottesco che non riesce a far ridere né a offrire una critica sociale incisiva. L'accumulo di tematiche e la presenza di un cast numeroso ma sprecato ne fanno un'opera incoerente e pretenziosa. Virzì, cercando di richiamare i fasti passati, finisce per realizzare un'operazione nostalgica che fallisce su tutta la linea, risultando più irritante che commovente. Un film che, come molti sequel mal concepiti, avrebbe fatto meglio a non esistere affatto.
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