Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: UN ALTRO FERRAGOSTO.
La prima cosa che mi sono detto quando sono partiti i titoli di coda è stata “Ma questo non è il sequel di Ferie D’Agosto ma un ulteriore omaggio al cinema di Bong Joon-ho dopo Siccità”. Perché c’è molto di Parasite in questa commedia senza speranza firmata dai Virzì Brothers con il figliol prodigo ritornato che porta il nome di Francesco Bruni.
Paolo Virzì è “incazzatissimo”, l’Italia Berlusconiana del film precedente ci raccontava dei personaggi beceri ma simpatici a cui volere bene. L’Italia Meloniana di Un Altro Ferragosto fa realmente schifo (come fa dire ad Emanuela Fanelli, il personaggio più bello e rappresentativo di tutto il film).
Il film si apre con le battute che hanno trasformato in un Cult Movie, Ferie D’Agosto tutte remixate per approdare nella vecchia location ma ai giorni nostri al ritmo di ItaloDisco facendoci capire subito che Ventotene non è Ibiza.
I Molino e i Mazzalupi si ritroveranno 28 anni dopo “Stessa Spiaggia, Stesso Mare” ma con motivazioni diverse.
Sandro Molino è un malato terminale, il tumore al cervello sta facendo vacillare la sua memoria storica (un po’ come è accaduto al comunismo in Italia) e il suo obiettivo è mandare una lettera a Ursula von der Leyen aiutato dal nipotino Tito.
Il figlio Altiero vuole regalargli un’ultima vacanza anche nella speranza di conciliarsi lui e recuperare un rapporto compromesso dalle sue scelte (nonostante gli ideali è diventato uno squalo che ha ideato una Start Up di messaggistica usata dai narcotrafficanti e rivenduta ad una somma spropositata).
Purtroppo, proprio in quel weekend ci sarà il matrimonio di Sabrina Mazzalupi, diventata un’influencer seguitissima per il suo messaggio di Body Positive (praticamente tutti la considerano ancora una ritardata mentale cessa come quando era adolescente ma grazie ai social è riuscita a monetizzare le sue disgrazie anche grazie ad una corte di parassiti ai suoi piedi. Primo fra tutti il suo futuro marito e social media manager).
Se I Molino ci sono più o meno tutti, la vita purtroppo ci ha portato via Ruggero Mazzalupi e il suo cognato Marcello e li ha sostituiti con il fascistissimo Cesare che ha tatuato tutti i simboli possibili addosso e lo spiantato ingegnere Nardi Masciulli (nuovo compagno di Sabrina Ferilli) interpretato da un grande Christian De Sica che ha sdoganato il suo personaggio da Cine Panettone per mettersi al servizio di Paolo Virzi che gli fa dire cose indicibili proprio adesso, alla faccia del periodo storico condizionato dal “Politicamente Corretto”.
Paolo Virzì trasla alcune dinamiche di Ferie D’Agosto ma attualizzandole ci mostra una società che non merita alcuna speranza di vivere.
Non so se sia figlio anche della recente separazione con Micaela Ramazzotti, ma Un Altro Ferragosto mette in evidenza e in ridicolo tutte le relazioni di coppia (sia etero che omo) dominate dall’anaffettività e da un reale senso del ridicolo.
La piccola Martina è diventata donna con due figli senza padri cresciuti dalla fiamma del momento, il belloccio Ivan è diventato un ragazzo padre alla mercè della madre biologica della figlia, Altiero si è sposato con Noah un modello quasi albino trattato con totale indifferenza come quei ricchi che sono sposati con la figa di turno (bella la scena della spiaggia dove Noah viene picchiato dall’omofobo Cesare reo di aver giocato un po' troppo confidenzialmente col figlio in mare, contrapposto al freddo bacio di Altiero in spiaggia mentre gli mette la mano sul membro un po’ come quei cafoni che palpeggiano la bella moglie). In casa Mazzalupi non va tanto meglio: Sabrina Ferilli si è messa con un “Ingegnere” ignorando che dietro allo status ci sia un cialtrone patentato, la nipote Influencer è amata solo per i followers ma in realtà il promesso sposo sta ancora sotto con la prima moglie ed evita accuratamente di avere rapporti sessuali.
In questo clima di desolazione affettiva, Paolo Virzì fa scontrare le due realtà durante i festeggiamenti del matrimonio dell’anno.
Ma questa volta non c’è niente da ridere e soprattutto lo spettatore non riesce ad empatizzare o simpatizzare con nessuno.
Anzi il regista lascia andare i suoi personaggi al loro squallido destino regalando loro dei finali molto grotteschi ed estremamente umilianti.
E anche dopo la visione del film riecheggiano nelle nostre orecchie le parole dette da Emanuela Fanelli e il suo grido di rabbia e di disprezzo “La vita è na merda e noi facciamo schifo”.
Un Altro Ferragosto è un film che difficilmente ci toglieremo di dosso soprattutto quando ci guarderemo allo specchio e ci chiederemo quale sarà il nostro futuro.
E forse dovremmo fare come Silvio Orlando, andare davanti a “Coso” ossia il mare, e fuggire via con i fantasmi che ci accompagnano da sempre e lasciare questa merda di vita ai posteri.
Voto 7,5
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