Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Tre episodi di circa ottanta minuti ciascuno, per questa smisurata - in termini di lunghezza e quindi anche di ricerca storica, del materiale su cui lavorare - opera del Rossellini 'adulto', quello fermamente convinto delle potenzialità didattiche del mezzo cinematografico. E come dargli torto, d'altronde? In queste quattro ore c'è un quadro molto approfondito della realtà fiorentina della prima metà del Quattrocento, con particolare riferimento anche alla figura di Leon Battista Alberti, architetto e scrittore cui è dedicata la terza parte del film. Un prodotto televisivo, questo L'età di Cosimo de' Medici, i cui limiti tecnici sono ravvisabili nell'utilizzo di scene e costumi non eccessivamente curati (tutti i vestiti sono nuovi di zecca, es.), di un cast composto di pochi elementi, nelle luci alte e nei frequenti utilizzi di interni palesemente costruiti in studio. Il cast non vede la partecipazione di nomi di grande rilievo (forse il più celebre è Virginio Gazzolo, fratello meno noto di Nando, nei panni di L. B. Alberti), ma nessuno sfigura; la recitazione è debitamente monotona, poichè l'obiettivo principale dell'opera è quello di illustrare un'epoca e l'azione, in questo tipo di approccio, passa nettamente in secondo piano rispetto ai dialoghi. La ricostruzione storica è comunque encomiabile; la sceneggiatura è opera del regista stesso, di Luciano Scaffa e di Marcella Mariani. 6/10.
La vita di Cosimo de' Medici, attraverso il quindicesimo secolo fiorentino, potente banchiere con le mani in pasta nella politica, prima esiliato nel Veneto e poi di ritorno in Toscana per riprendere le redini degli affari, sia quelli finanziari che quelli pubblici.
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