Regia di Camillo Bazzoni vedi scheda film
C'è da dire di buono che Abuso di potere esce nel 1972, a genere polizi(ott)esco appena avviato e che quindi si tratta di uno dei primi lavori a inserirsi nel filone sfruttando tutta una serie di stereotipi che nel corso degli anni seguenti saranno letteralmente abusati da decine e decine di titoli. E, soprattutto, che la pellicola di Bazzoni non risente in modo particolare del problema centrale dei polizieschi all'italiana degli anni '70, e cioè del budget ridotto all'osso; qui i mezzi sono comunque mediocri, ma di necessità il regista riesce a fare virtù, utilizzando al meglio un cast in cui peraltro i nomi di discreto rilievo non mancano, sebbene confinati in ruoli secondari quasi tutti: da Franco Fabrizi a Ninetto Davoli, da Claudio Gora a Umberto Orsini, da Raymond Pellegrin a Marilù Tolo e a Gianfranco Barra. Protagonista è invece il semianonimo - sia per il curriculum che per le capacità interpretative - Frederick Stafford. Tanta azione caratterizza la sceneggiatura di Pittorru e Felisatti, ambientata in una Sicilia furente da far west metropolitano come d'altronde il genere impone e imporrà; si segnala una sequenza di inseguimento (come da manuale) di svariati minuti di durata nel finale. Il resto è ordinaria amministrazione, per quanto a standard non disprezzabili; un'annotazione di merito va però spesa per la colonna sonora di Riz Ortolani. 3/10.
L'assassinio di un giornalista in Sicilia fa convergere le indagini su un giro mafioso che tratta anche droga e prostituzione. Appositamente viene richiamato in servizio il terribile commissario Miceli, dai modi spicci e ultraviolenti.
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