Regia di Mauro Borrelli vedi scheda film
Un po’ il Silenzio degli Innocenti, con Melissa Roxburgh a prendere il posto che fu di Jodie Foster e John Malkovich in quelli che furono di Anthony Hopkins, ma anche Seven, di David Fincher, fino alla prima stagione di True Detective, serie antologica della HBO. Nel mezzo una storia thriller che pare uscita dal coacervo di cui sopra in cui un serial killer inizia a mietere vittime emulando le gesta di Arnaud Lefeuvre, un suo predecessore definito “L’artista” sia per l’abilità nel disegno a carboncino ma anche per la consuetudine a usare i corpi delle vittime per ricreare parti di quadri sacri.
L’italiano Mauro Borrelli, ma ormai Statunitense d’adozione, dotato di una solida formazione visiva e cinematografica e numerose collaborazioni con registi del calibro di Ang Lee, Bertolucci e Coppola firma una pellicola figlia di un genere mai veramente caduto in disgrazia, il thriller, offrendo a Martin Lawrence l’occasione di riporre temporaneamente i panni di attore comico - brillante per indossare quelli di un agente di polizia disilluso e con un ex amico e collega vittima di Lefeuvre. Affiancandogli la trentunenne canadese Melissa Roxburgh, poliziotta che ha smarrito la fede e che al contrario verrà perseguitata dall’agiografia delle figure ispirate dai cadaveri delle vittime. Ai due s’affianca John Malkovich, nella parte di un Leonardo Da Vinci contemporaneo sui generis, ovvero un assassino seriale perseguitato da numerose emicranie, destinato alla pena capitale e attraversato da un talento incredibile per qualunque arte visiva, ma al tempo stesso un prezioso alleato dei due ‘sbirri’ che cercherà di scovare insieme a loro chi lo sta imitando con tanta dovizia.
Borrelli mischia soprannaturale e horror in una commistione che non riesce però a convincere fino in fondo, nonostante proprio Malkovich offra una prova di grande spessore e nonostante una trama piena di colpi di scena ma viziata da una colpa primigenia e non emendabile, ovvero le palesi citazioni che danno sin da subito l’idea di qualche cosa di già visto.
Pellicola quindi che stancamente si trascina alla sua conclusione e alla quale è facile preferire thriller più datati ma decisamente più originali e innovativi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta