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La sindrome degli amori passati

Regia di Ann Sirot, Raphaël Balboni vedi scheda film

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La recensione su La sindrome degli amori passati

di Springwind
2 stelle

Uno dei film più inutili che io abbia visto negli ultimi decenni. Trama scontata, personaggi insignificanti, novanta minuti che annoiano come se fossero tre ore. Non basta inanellare scene di sesso per fare un film. Davvero insopportabile!

Ecco un film assolutamente inutile, una perdita di tempo e di danaro per spettatori e spettatrici. La trama è assurda e, al contempo, scontata. Non si capisce se sia una commedia (ma non è affatto divertente), un film erotico (ma le scene di sesso sono banali e piuttosto risibili), un dramma psicologico (la storia di una coppia che non riesce ad avere un bambino). I protagonisti, oltre a essere poco avvenenti (ma questo, forse, dovrebbe avvicinarli al pubblico medio, favorire un'identificazione), sono anche poco simpatici (soprattutto la donna). Alla base della vicenda è l'idea, sponsorizzata dal ginecologo di fiducia, che, per avere un figlio, i due debbano ritrovare i precedenti partners e avere un rapporto con ognuno di loro. Torna in mente il Rob di Alta fedeltà che andava alla ricerca delle ragazze che l'avevano piantato, per capire che cosa non funzionava in lui: ma nel film di Frears, John Cusack aveva alle spalle solo poche storie, contando pure le cotte infantili e adolescenziali, e la ricerca degli amori passati era un pretesto per inquadrare il personaggio, raccontarne la storia e giustificare la sua "sindrome di Peter Pan". Qui, invece, mentre l'uomo ha solo due o tre ex-fidanzate da ritrovare, la donna ha ben 17 partners da recuperare: partners di cui non sapremo nulla o quasi, se non che alla fine sono tutti disponibili a portarsela a letto un'ultima volta. Il film procede così di coito in coito, e la noia è assicurata. Finale che dovrebbe essere a sorpresa, ma che lo spettatore o la spettatrice mediamente intelligente avevano già intuito da un bel pezzo. 

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