Regia di George Lucas vedi scheda film
Le astronavi e i pianeti dei cinque capitoli di “Star Wars, accettano a bordo e concedono il permesso di soggiorno a tutti. I fedeli della saga e anche i clandestini riluttanti. Come un archeologo digitale il filmaker (poche altre volte l’appellativo è così pertinente) George Lucas porta alla luce i reperti, gli strati geologici, gli utensili (cloni, droidi, spade, navicelle, pezzi di ricambio, creature umane e protoumanoidi), i frammenti di una civiltà fantasy, di un’era proiettata nello spazio infinito, di un universo parallelo dove, come al di là di uno specchio e per simmetria, cavalieri erranti, senatori, antichi maestri, principesse bellissime, mercanti e separatisti sono gli attori e gli attanti di una lotta tra Repubblica e Impero. Contano il potere e l’egemonia e conta un karma tecnologicamente avanzato e sentimentalmente arcaico. Male e Bene. Edipo. Le cose, gli affetti, le emozioni versus il livello superiore di una saggezza in cui il desiderio è interdetto. Da venticinque anni Lucas compone e ritocca, affabula e integra una saga che continua a trasformare il cinema e l’immaginario degli spettatori (anche dei più riottosi). Trasforma il cinema con la ricerca avanzatissima sui modi di produzione e sulla tecnica (“Episodio II - L’attacco dei cloni” è utilissimo per chi si occupi di teoria cinematografica per analizzare le metamorfosi delle nozioni di personaggio, set, intreccio, identificazione) e trasforma l’immaginario, ricapitolando un comune patrimonio morfologico delle fiabe e degli antichi racconti, con la serialità del cinema delle origini e con l’espansione temporale delle soap televisive e combinandoli con i videogame e i giochi di ruolo che ha contribuito a generare. Nella seconda puntata della prima trilogia sono passati dieci anni da quanto è accaduto in “La minaccia fantasma” e Anakin ha finito il suo apprendistato con Obi-Wan e ritrova Padmé Amidala. La Repubblica è sull’orlo del caos politico e un movimento separatista formato da centinaia di pianeti e potenti corporazioni si prepara alla guerra. Lucas con un’opportuna correzione di rotta trova un nuovo equilibrio tra le forze (narrative) in conflitto. La macchina degli effetti affianca la macchina degli affetti. Il dispositivo visivo non schiaccia le psicologie (il dolore e l’amore offuscano l’animo di Anakin e preludono al suo tragico destino). In una saga - è appurato - la psicologia è comportamentista e non cognitiva, e gli spettatori più affezionati badano allo sviluppo sinfonico della storia e alle suture romanzesche.
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