Regia di Andrew Dominik vedi scheda film
La storia di Chopper, un criminale nevrotico e paranoico al servizio della polizia. La prova registica non è delle migliori, mediocre come un po’ è l’intera presentazione delle vicenda, il vero colpo di genio del regista è stato quello di scegliere un soggetto strepitoso. Non è una biografia ma la semplice messinscena della raccolta di libri che l’ex delinquente, nonché ex collaboratore del servizio di polizia, ha scritto dopo essersi ritirato dalla prima carriera e aver volutamente fallito la seconda per evitare problemi con la serie di nemici che si è creato nella sua turbolenta vita. C’è qualche azzardo interessante ma comunque non degno di nota, sono sprazzi che non si armonizzano con l’altalenante svolgersi del lavoro dal punto di vista tecnico, il lavoro del regista non contribuisce a rendere più interessante il film, ciò che veramente colpisce è ciò che accade in sé e da questo punto di vista l’unico merito di Andrew Dominic sta nell’essersi attenuto ad un realismo sconvolgente. Sprazzi di violenza inaudita sono gli sfoghi di livelli di tensione tipici dell’ambiente che viene proposto, quello dei piccoli malavitosi dai quali il protagonista si distacca solamente per il suo lavoro di scrittore senza il quale sarebbe rimasto uno dei tanti insignificanti scarafaggi. Struggente è poi la situazione del protagonista, un povero paranoico incapace di trattenersi, che per un nonnulla fa tragedie, che spara e picchia solo perché i suoi nervi non sono in grado di reggere, che vede nemici ovunque creandosene di conseguenza. La debolezza di un sociopatico dietro al delinquente. Bravissimo Eric Bana, prima semplice comico e poi profondissimo attore drammatico, capace di rendere il famigerato Chopper un credibile sadico ma al contempo un poveraccio disperato come tanti o anche una mente contorta e limitata incapace di vivere in società.
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