Regia di Andrew Dominik vedi scheda film
Il carcere è il luogo dell’ostentazione della violenza sempre più trasparente verso l’esterno. Fuori dal carcere cominciano i problemi con le donne, con il lavoro e con gli amici. Chopper è disposto a tutto per diventare famoso, per far si che quello che fa dentro arrivi fuori e se quello che fa fuori lo può riportare dentro non gliene frega nulla, l’importante è che le sue gesta possano diventare oggetto di libri, film e interviste televisive. Chopper ha capito come funziona il sistema e ha capito quale è la sua qualità migliore. La violenza è libera di esplodere in tutta la sua istintività, e se non riesci ad essere letale non diventerai mai nessuno, quindi fai quello che devi fare e fallo in fretta.
Il rapporto dentro-fuori diventa sempre meno evidente. Il carcere è sempre meno luogo di privazione e sempre più visibile, dove i problemi materiali e fisici possono essere accantonati in attesa che fuori dal carcere questi problemi complichino la vita di Chopper. La vita libera ti impone di avere un lavoro, ma con le tue qualità non sono molti i lavori che puoi fare. Il rapporto con le donne non può che essere violento e problematico, così come gli amici fanno presto a diventare nemici. Il film travolge tutto quello che incontra, non ha paura di far trasparire tutti gli istinti del protagonista dentro una fotografia sporcata e un montaggio frenetico. Nel film successivo il regista inseguendo il mito di Jesse James si prenderà tutto il tempo che gli serve e un film come Bronson riuscirà meglio a descrivere l’immagine del carcerato che vuole fare arrivare fuori quello che fa dentro, comunque Chopper rimane un opera interessante.
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