Regia di Elene Naveriani vedi scheda film
MUBI / FESTIVAL DI CANNES 76: QUINZAINE DES CINÉASTES
La quasi cinquantenne Etero non passa proprio inosservata, nel piccolo paesino ove vive da zitella libera e titolare di un piccolo spaccio minacciato dalla prossima apertura di un nuovo centro commerciale. I suoi lineamenti giunonici, il suo viso tutto espressioni che compensano efficacemente i silenzi di chi preferisce ascoltare e riflettere piuttosto che parlare, magari a sproposito.
Tanti a questo ci pensano già le sue vicine e compaesane, tutte impiccione e pettegole, assai interessate a come Etero (un nome che è già un programma..) gestisce la propria vita sentimentale e sessuale. Innamoratasi di un camionista che la soddisfa e la fa sentire bene, Etero tuttavia sa di non essere in grado di accettare l'offerta dell'uomo di abbandonare la propria consorte per lei.
Perdere la libertà di godersi il proprio tempo ed il proprio spazio per finire a fare la compagna di un camionista e trovarsi un lavoro dipendente tutto regole e sudore? Niente affatto.
Nemmeno quando un malessere evidente le fa temere il peggio, salvo rivelarsi una autentica sorpresa, degna da Guinnes dei primati o quasi.
Ritroviamo la brava regista georgiana di Wet Sand, Elene Naveriani, alle prese con un altro gran bel film incentrato sulla consacrazione di un orgoglio femminile che riesce a sconfiggere le regole assodate di una società retrograda e classista rimasta ancorata a dogmi già datato nel secolo passato, e portatrice fiera del trionfo dell'indipendenza e di una maternità che nasce con le prospettive di una morte veloce tra sofferenze, e si rivela invece una ufficiale conferma di come la strada intrapresa sia quella salvifica della propria realizzazione di donna, madre e essere umano cosciente e motivato.
Le storie di paese, gli intrighi del piccolo borgo paiono continuare ad affascinare la brava Naveriani, che si rende fautrice di un film notevole, in grado di confermare il talento registico di una grande ed ancor giovane (classe 1985) cineasta assai promettente.
Blackbird Blackbird Blackberry si rivela riuscito grazie anche al fatto di esser supportato, nella sua freschezza e dirompenza, dallo sguardo magnetico della bravissima attrice Eka Chavleishvili, protagonista assoluta della vicenda. Quello dell'attrice, già nel cast del citato e apprezzato Wet Sand, è un volto su cui la regista si sofferma a lungo, cesellato come si rivela di una fine e complessa espressività che un solo piccolo, minimo cenno finisce per modificare ed affinare, e che ricorda il viso solenne e severo, austero e fiero di una diva indimenticabile come Bette Davis.
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