FESTIVAL DI CANNES 2023 - QUINZAINE DES REALISATEURS - CAMERA D'OR 2023 / CINEMA OLTRECONFINE
Il giovane Thien deve affrontare il lutto e le problematiche tecniche legate alla morte prematura della cognata, rimasta vittima di un incidente stradale a Saigon assieme al figlioletto, per fortuna sopravvissuto all'impatto.
Il compito del ragazzo è quello di far tornare il corpo della defunta nella terra natia, ed accompagnare in quel luogo anche il giovane nipote.
Strada facendo, attraversando luoghi impervi ma molto affascinanti, l'uomo si ritrova come rapito dalla magia di posti solo superficialmente ostili.
Nel viaggio, quasi ipnotizzato dal rigoglio della foresta, Thien si convince di mettersi alla ricerca del fratello, nonché padre del bambino, che da tempo ha fatto perdere le tracce di sé, tanto da essere ritenuto morto.
In quel peregrinaggio, la magia dei posti finisce per portare il viaggiatore in uno stato di trance dal quale riuscire a percepire quelle che sono le vere essenze vitali che la confusione della vita quotidiana e moderna non riesce più a farci percepire.
Lo straordinario lungometraggio d'esordio del regista vietnamita Pham Thien An trasporta lo spettatore verso un viaggio che si trasforma in un sogno: un percorso su sentieri surreali e placidi che permettono al viandante di visitare luoghi interiori fino a quel momento inesplorati, rendendo possibile una presa di coscienza di una essenza di vita più pura, ove tutto ciò che era ritenuto necessario passa in secondo luogo verso un punto di vista più contemplativo e sognante.
Un approccio che via via si fa sempre più documentaristico, scandito da rari movimenti di camera, e da piani sequenza molto lunghi, riesce a far percepire allo spettatore la necessità di fermarsi e di trovare nella staticità lo stato d'animo più opportuno per riuscire a divenire parte di un regno di purezza e semplicità ove regna l'armonia e la perfetta simbiosi tra uomo ed ambiente circostante.
Un'armonia nella quale, probabilmente, ha trovato pace ed asilo il fratello scomparso da tempo, e presso cui si avvia ad accedere anche Thien, divenuto parte integrante degli elementi naturali della foresta.
Inside the Yellow Cocoon Shell è un film che impiega del tempo a catturare lo spettatore, conducendolo in un percorso in cui poco per volta la magia rarefatta del paesaggio entra nel personaggio del protagonista, ma anche nell'immaginario di chi guarda il film, partecipando non troppo passivamente ad una metamorfosi in cui Thien si ricongiunge con l'anima del fratello attraverso l'ambiente circostante.
Correttamente individuato tra i film del festival di Cannes come l'opera prima più originale e stupefacente, il film di Pam Thien An ci conduce verso luoghi magici e situazioni surreali che ci ricordano lo stile del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul, accomunato a questo talentuoso esordiente da un paesaggio primordiale mozzafiato che aiuta a creare le suggestioni più opportune per poter favorire una integrazione completa del corpo e dello spirito con i segreti di un luogo puro e superiore a cui normalmente la superficialità umana non può minimamente avvicinarsi, impedendogli emozioni uniche come la visione dell'albero dalle farfalle d'oro che sta al centro della complessa esperienza vissuta dal sensibile protagonista.
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