Regia di Werner Herzog vedi scheda film
vien da chiedersi a quali segnali di vita intendesse rivolgersi herzog nel lontano sessantotto quando iniziava la sua lunga e fruttuosa avventura nel lungometraggio cinematografico. grecia, seconda guerra mondiale. il soldato stroszek viene ferito alla testa e spedito insieme a due commilitoni sulla tranquilla isola di kos, ignorata dalle ferite mortali della guerra che stanno invece piagando gran parte dell'europa. in un contesto fuori dal tempo e dalla logica corrente, i tre soldati vivono la noia dei giorni che passano senza che niente accada se non il normale scorrere del tempo, tra le mura di un paesino animato da donne, bambini e vecchi, e le vestigia delle popolazioni che resero grande la grecia nei tempi antichi, sommerse dalla vegetazione e da nuove costruzioni. acerbo, ma con le idee molto chiare su ciò che cercava e voleva, herzog da vita ad un'umanità ad un incrocio importante della sua esistenza... il soldato reinhard schifato dagli scarafaggi che avendo tempo in abbondanza studia una rudimentale trappola per catturarli e il giorno dopo soddisfatto, dar loro la dose di veleno, in una semplice e povera allegoria di una tirannia che trattava la maggior parte della popolazione di quegli anni esattamente nello stesso modo, con disprezzo e gasandoli senza ritegno. o perchè no, il bambino che dice di avere appena imparato a parlare, ma di non sapere cosa dire. non sapersi esprimere riguardo ad una delle tante imprese titaniche dell'uomo destinate a fallire, come la guerra della mente di stroszek contro stroszek, asserragliato nel fortino, o perchè no quella di hitler contro il mondo intero. e difatti cosa mai potrebbe commentare un essere umano che ha appena imparato a utilizzare il linguaggio? non argomentavano le vittime del regime, arrese ad una così inumana crudeltà e violenza, tanto che i militari nazisti sono gentili e umani con tutti, perfino con uno zigano che dice di essere re e con una mosca intrappolata appositamente in un souvenir. herzog si muove nei meandri del suo film, buttando sapientemente frasi o nozioni, e interagendo coi suoi interpreti in quel giochetto tanto da far comparare il cappello di un graduato ad una corona finta, soprammabile acchiappa-polvere. osa molto e tutto sommato vince herzog, facendo posare una graduale nuvola di polvere su segnali di vita per poi venir casualmente riscoperti da un altro becker che però non ricorda molto di ciò che ha studiato.
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