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È tornato Sabata... hai chiuso un'altra volta!

Regia di Frank Kramer (Gianfranco Parolini) vedi scheda film

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La recensione su È tornato Sabata... hai chiuso un'altra volta!

di scapigliato
6 stelle

Dopo il grande successo di pubblico, europeo e americano, del primo Sabata, Parolini ricompone lo staff vincente e prepara un nuovo bizzarro episodio. Fin dall'inizio siamo in un altro tipo di western, non quello epico di Leone, non quello feroce di Corbucci, ma quello scanzonato e canagliesco di tanti altri registi. Ma per originalità e macchinazioni, Parolini ha il primato. Trucchi, giochi, illusioni, che troviamo anche in "Sono Sartana il vostro Becchino", ma qui la vicenda è un po' più nera, sono il marchio di fabbrica del vulcanico regista, simpaticissimo come i suoi film. La trama è pressochè assente, ed è un film incentrato quasi esclusivamente su trovate di ogni tipo che sbattono la frontiera dura e selvaggia del mitico far west in un baraccone coloratissimo che strizza l'occhio al gotico di Mario Bava. Ma nelle rare occasioni in cui si fa puro western, Parolini fa sul serio e ci regala duelli montati con cura, e coreografati come solo noi italiani abbiamo saputo fare. In più ci sono i volti di Lee Van Cleef, la cui sola faccia può valere tutta la pellicola, e di un generosissimo Gianpiero Albertini, qui in uno dei suoi soli quattro film western. Albertini, comprimario tipico del poliziesco all'italiana, è qui il cattivo irlandese che fa pagare tributi salati ai suoi paesani con promesse da marinaio. Parolini s'accorge della valenza attoriale di Albertini e lo lascia fare e strafare, permettendogli di creare un personaggio eccentrico sul quale indugiare più volte la macchina da presa, immortalandolo sempre in primo piano, fino al duello finale. Qui, nonostante l'ambientazione casalinga, c'è spazio per il tipico duello di sguardi, e sebbene vinca Sabata, crediamo fortemente che lo sguardo di Albertini sia stato di gran lunga il più incisivo.
Una trama gialla, con tanto d'indagine, che come detto precedentemente non esiste più di tanto, e lascia libero spazio alle macchinazioni sempre divertenti e simpatiche del Circo di Parolini. Grande, ma non come nel primo.

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