Regia di Frank Darabont vedi scheda film
Credo che sia necessaria una premessa: proprio non capisco le ragioni di una classificazione del tipo "commedia", quando è invece palese l'appartenenza al genere drammatico. Evidentemente sarà a causa di Jim Carrey, il nome del quale troppo spesso le nostre menti associano in automatico ai toni scanzonati. Al contrario io posso affermare in tutta tranquillità di apprezzarlo assai più in film seri come questo oppure tragi-comici come The Truman Show (1998). Secondo me, infatti, nelle opere più mature egli sa cogliere meglio le opportunità di mostrare le sue vere capacità, che non si limitano soltanto alla sua mimica facciale, pur straordinaria. In ruoli come quello del protagonista di The Majestic si scoprono l'intensità degli sguardi, le progressioni e le alternanze fra le gioie e i pianti, l'eclettismo del carattere nel riuscire a calarsi in panni diversi. Questo suo valore può così emergere ed essere ammirato.
Per il resto non si segnalano peculiarità di rilievo, né in positivo né in negativo. I personaggi ancillari compiono il loro dovere, in particolare quello impersonato dal navigato Martin Landau. La storia coinvolge e non annoia, almeno alla luce della mia esperienza personale, nonostante la sua durata sia superiore alla media. Molte scene vantano un forte cuore pulsante, per gli alti principi morali e i diritti fondamentali o anche solo per l'empatia nei momenti più toccanti. Inoltre ai cinefili più sensibili non mancherà il piacere di un gustoso omaggio all'arte di una sala con grande schermo.
Un buon prodotto, insomma, che potrei consigliare soprattutto agli estimatori del primo attore. Non delude le attese.
Nel 1951 Peter Appleton è uno degli sceneggiatori più promettenti degli HHS Studios di Hollywood. Nelle sale, infatti, è appena uscito con successo un suo film, I predoni del Sahara. Ma un'accusa inaspettata lo induce a ubriacarsi e a perdere il controllo dell'automobile. Quando riprende i sensi, non ricorda nulla né dell'incidente né del proprio passato e si ritrova a Lawson, una piccola città della California, dove tutti lo scambiano per Luke Trimble, un eroe della seconda guerra mondiale scomparso nove anni prima.
Bel contributo musicale di Mark Isham, appropriato ed equilibrato.
Mi è piaciuto così.
Un ottimo Peter Appleton. Talentuoso e ricco di trasporto emotivo.
Un commovente Harry Trimble. Intenso e appassionato.
Un'avvenente Adele Stanton. Graziosa presenza.
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