Regia di Po-Chih Leong vedi scheda film
FAR EAST FESTIVAL 25 - OMAGGIO A PO-CHIH LEONG
Il film (inedito in Italia) Ping Pong, costituisce una delle tre pellicole che compongono il tributo che il Far East Festival nr. 25 ha dedicato al regista cino-anglosassone Po-Chih Leong, conosciuto in Europa per una manciata di thriller serrati (quasi sempre di lodevole fattura).
La struttura narrativa dai contorni gialli, permette poco per volta all’opera di focalizzarsi sulla situazione di tutti coloro che vivono divisi tra due culture e razze differenti, fino a perdere coscienza di quale sia l’etnia che appartiene al proprio vivere e alla propria cultura.
Mr. Wong, un noto anziano titolare di ristorante nella Chinatown londinese, viene ritrovato morto dentro una cabina telefonica.
La giovane aspirante avvocatessa Eleine, cinese d’origine ma britannica di nazionalità, conoscente del defunto e della famiglia, si offre di aiutare la famiglia in qualità di esecutrice testamentaria.
Ma le disposizioni del defunto pare siano in grado di scontentare tutti, dalla moglie, ai figli, e persino l’amante.
Il lavoro della tenace ragazza la vedrà affrontare peripezie legali quanto pregiudizi e diffidenze da parte di una maggioranza che si dimostrerà spinta dall’ opportunismo, fino ad arrivare a mettere un po’ di ordine in capo a quegli eredi piuttosto confusi e male organizzati.
Il tatto e l’accoramento con cui il regista, generalmente più avvezzo a stili e tematiche action o commerciali, tratta il film dimostra come Leong sia in grado di padroneggiare nuovi sentieri e si rivela la vera forza della briosa e movimentata vicenda.
Tenendo conto dello spirito tipicamente anni ’80 che predomina nella pellicola, datata 1986, la storia si ritrova ad affrontare una tematica come quella del destino dell’immigrante e del pregiudizio che lo stesso suscita nel paese che lo accoglie.
Sensazioni e situazioni che si rivelano coerenti con le problematiche attuali e che riescono a costituire il punto di forza (insolito e curioso) di un film altrimenti decisamente meno originale ed interessante, se non proprio datato.
Sui molti personaggi coinvolti nella vicenda (improntata su cupidigia e desiderio di spuntarla sugli avversari) qualcuno dei quali decisamente a rischio macchietta caricaturale, emerge e si distacca su tutti la figura tenace ed orgogliosa della giovane Elaine, La donna assurge poco per volta alla figura di un angelo caduto non a caso in una valle ove ordine ed equità paiono caratteristiche inesistenti.
E Ping Pong, il cui titolo allude al rimbalzo a cui è destinata l’attività della instancabile protagonista, che cerca di districarsi tra eredi e patrimonio da dividere, finisce per rivelarsi il più personale ed intimo di Leong, regista diviso lui stesso tra una origine cinese ed una cittadinanza britannica guadagnata come figlio di immigrati.
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