Regia di Felipe Gálvez vedi scheda film
Genocidi come basi per la nascita di una nazione. Cosa nota per tutta l'America, da nord a sud. Anche per il Cile, siamo nel 1901, fu così e Gálvez ce lo racconta a suo modo, con un film di poche parole, di pochi attori ma piuttosto efficace. Si racconta, qui, degli indios mapuche, sterminati, letteralmente, dai grandi proprietari terrieri della Terra del Fuoco, estremo sud del lunghissimo stato cileno. Il regista va in sottrazione, non cerca l'epicità di un "Aguirre - Furore Di Dio", per capirci, e affida a tre personaggi, un soldato inglese, un texano e un "sangue misto" locale, gli occhi e i fucili di un massacro. Un racconto di pionieri e di violenza, soffocata, si fa per dire, dall'immenso paesaggio della Terra del Fuoco e delle Ande, seguendo il viaggio di questi tre improbabili esploratori. Un film asciutto ma dalla forza "herzogiana", dove tutto sembra in balìa degli eventi naturali, della crudeltà della natura e degli uomini. Un lavoro interessante, per quanto un po' lento e rarefatto, forse troppo, ma con un finale importante e molto lucido. Un'opera necessaria, per metterere, ancora una volta, la Storia, in questo caso cilena, nella giusta evidenza. Da vedere.
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