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Los Colonos

Regia di Felipe Gálvez vedi scheda film

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John_Nada1975

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Los Colonos

di John_Nada1975
7 stelle

Candidato agli Oscar 2024 per il Cile nella categoria Miglior Film Straniero, e molto migliore di quello che ha vinto (come pure lo era il ritorno di Wenders)tralasciando voli di stracci nostrani. Ma si sa, come ha detto Ceccherini in suo raro lampo di genialità...., salvo poi italianamente ritirare subito la mano spaventato, perché certi non si possono toccare ormai pena la "reductio a hitlerorum".

Anche qui si tratta di fatti storici, ma molto meno interessanti per i media della grancassa, al di fuori della "sfera di interesse latinoamericana". Semplicemente imperdibile per tutti gli altri che si interessano della nascita di nazioni così poggiate forse e in tempi più recenti, lire che più di altre sul sangue dei massacri, come quelle nord e latinoamericane, soprattutto quello delle popolazioni indigene "assimilate" a forza.

Girato negli splendidi scenari alla "fine del mondo" della Terra del Fuego, ambientato nel 1901 ricostruito non con grandi mezzi perché di ambientazione prevalentemente per accampamenti e tende, ma reso di una ricercata bellezza alle luci quasi esclusivamente naturali, come della luce dei bivacchi al fuoco nella notte, e grazie ad una fotografia che lo fa quasi sembrare firmato da un John Alcott, o un Chris Menges.

Degna di nota la splendida colonna sonora tonitruante e vigorosa  per corni e percussioni di Harry Allouche, con un bellissimo tema tradizionale cantato, sui potenti titoli di coda con filmati originali virati sul rosso(il colore delle titolazione moderniste dei capitoli del film, che ricorrono spesso a tutto schermo, oltre che preponderante dentro molte scene), del 1901 in Cile, della Moneda, dell'arrivo delle navi con gli emigranti dall'Europa, dei coloni nelle lande desolate del sur, che poi è il tema del racconto.

Qualche cedimento narrativo nella parte centrale, quando la trama di caccia è assedio, per guida del pazzo(il violento e crudo inizio mette subito sull'avviso del personaggio) tenente inglese, lascia un pò troppo spazio alla contemplazione di tipo panteistico-contemplativo,ma che si riprende sempre grazie ad un ex colonnello scozzese dell'armata, ovviamente pazzo visto che è interpretato da Sam Spruell.

Alfredo Castro bravo e dalla bella, caratteristica dizione, ma complementario seppure "di lusso".

Brava, intensa, e a suo modo bella l'attrice india, che poi si prende tutto il potente e simbolico finale, con il suo dilacerante dubbio, o forse, fiero e non dimentico, rifiuto della foto a bere il thè vestita come e con gli europei; a testimonianza della avvenuta "inglobazione" si direbbe oggi, delle popolazioni autoctone nella nuova nazione a guida dei bianchi colonizzatori.

 

John Nada

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