Regia di Molly Manning Walker vedi scheda film
I film per ragazzi sono una categoria da salvaguardare, quantomeno per la loro capacità, anche a partire da sguardi registici più adulti, di non dare per scontato ciò che l’adulto può dare per scontato, di inserire insomma lo spettatore dentro il dilemma dell’adolescente per cui i primi eventi di natura sessuale sono sconvolgenti e gli fanno tremare la terra attorno. Nella fattispecie della prima volta che fa sesso, alla giovane Tara viene chiesto più volte se sia d’accordo, se acconsente, se se la sente; e allo stesso tempo è come se non le venisse chiesto, come se la cosa arrivasse fuori dalla sua volontà, come se quei “sì” rispondessero ad altre necessità e ad altre “narrazioni”, per esempio a quella che la vogliono giovane sessualmente disinibita e intraprendente di fronte all’amica Skye. E quindi un sì che è un no, che non maledice un’esperienza ma la rende sufficientemente insopportabile. Per Tara cade il mondo.
A fianco del consenso - su cui il film dice ben più chiaramente in altre esperienze che Tara questa volta realmente subisce a prescindere dalla sua volontà - il tema della perdita della verginità come mito giovanilista degli adolescenti e del cinema sugli adolescenti: How To Have Sex rende conto anche dell’occhio con cui guarda lo spettatore, sempre meno convinto col passare del minutaggio che Tara sia realmente pronta, e incapace comunque di decidere per lei. Non sarebbe neanche giusto; e certi piccoli umori e comportamenti che hanno Tara e i suoi comprimari permettono proprio a chi guarda di abbandonare alcune certezze scontate. Sebbene il mito della verginità potrebbe anche essere ben ridimensionato, in compenso le narrazioni sovrastrutturali che (ci) vogliono tonici, divertenti e sessualmente all’avanguardia riguardano l’homus occidentale anche dopo l’adolescenza, e How To Have Sex potrebbe anche fare da monito su come quegli anni lascino i loro segni; anche grazie a una regia giovane, entusiasta ma capace di allargare i silenzi e i tempi morti durante le sbornie del giorno dopo e i rimpianti che le accompagnano.
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