Regia di Molly Manning Walker vedi scheda film
Grazie, Teodora Film. Grazie ancora una volta. Mi sento in dovere di iniziare col giusto ringraziamento a chi ha distribuito - in partnership con MUBI - anche nella cara vecchia sala cinematografica questo coming-of-age malinconico che altrimenti sarebbe stato solo appannaggio degli abbonati alla piattaforma con i loro dispositivi di streaming. E siccome è un film di immagini inebrianti e suoni magniloquenti, sicuramente sarebbe stata una modalità di fruizione limitante, almeno per chi scrive.
Tre adolescenti, la dolce Tara, la “secchiona” Em e l’esuberante Skye come premio per il conseguimento della maturità si regalano una vacanza a Malia, città costiera nell’isola greca di Creta, luogo del divertimento giovanile. Il soggiorno è in un hotel con piscina e le ragazze vivono il divertimento tra feste sulla spiaggia, bagni notturni al mare, alcool, fumo, e voglia di “scopare”. Per Tara la vacanza è anche l’occasione per fare sesso per la prima volta, mentre le amiche hanno già perso la verginità. Vicino alla stanza dove alloggiano c’è anche un gruppo di ragazzi inglesi, con cui le tre socializzano. La mattina seguente ad una serata spensierata con festa in piscina, Tara però non si trova nella sua stanza. Cosa le è successo quella notte?
La giovane autrice e regista - Molly Manning Walker - firma un’opera, presentata e premiata a Cannes, davvero intensa e riuscita e dal taglio credibile e sincero. Il film parte come uno stereotipo di (dis)avventure vacanziere tra fumo, alcool e corpi seminudi (mai nudi però, scelta probabilmente ponderata) e abbronzati. Vira improvvisamente quando un episodio - la prima volta di Tara con uno dei ragazzi che conosce nell’isola, in cui il consenso rimane in bilico tra ciò che lei esplicitamente afferma di voler fare a causa delle pressioni esterne e dell’insistenza del giovane partner e quello che veramente si sente pronta a fare - incupisce la ragazza fino a un’escalation di sofferenza, insicurezza e disagio, determinati anche dagli eventi che non anticipo.
I protagonisti vengono seguiti con fare mai giudicante; il sesso occasionale, le sbronze, la prima volta sulla spiaggia con il rischio non calcolato che dopo poco tutto finisca e lui passi in fretta alla ragazza successiva. E’ tutto lecito e tutto legittimo. Manning Walker spinge però a una riflessione su quanto anche dietro ai luoghi del divertimento e ai giovani che si sballano, ubriacano e fanno giochi scatenati ci sia un’altra faccia della medaglia, fragilità e incertezza, e l’obbligo non scritto di incasellarsi e uniformarsi agli altri.
E la scena in cui Tara (bravissima l’attrice protagonista, Mia Mckenna-Bruce) cammina sola e vulnerabile lungo una strada desolata all’alba, costellata dai rimasugli di rifiuti, lattine di birra e bibite, colpisce per lirismo e crudeltà.
Da non perdere, davvero. Mi ha ricordato tanto “Aftersun” (l’avete visto?) se non altro per l’ambientazione simile in un villaggio vacanze in Grecia, la camera a mano e la bellezza del racconto dei rapporti intimi (lì padre e figlia). Speriamo nel passaparola! Voto (da 1 a 10): 7,5.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta