Regia di Thomas Cailley vedi scheda film
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: THE ANIMAL KINGDOM
Un’epidemia le cui cause sono sconosciute sta mutando gli uomini in animali.
Il regista Thomas CaIlley senza alcun preambolo ci scaraventa nella dura realtà distopica, apre il film con un padre e un figlio imbottigliati nel traffico. Si avverte pesantemente la tensione che esiste tra i due, dove stanno andando? Perché ogni situazione e dialogo si trasforma in una sorta di conflitto generazionale che culmina nella fuga del ragazzo dalla macchina?
A un certo punto queste domande trovano una risposta da quello che esce da retro di un’ambulanza anche lei ferma nell’ingorgo: un ragazzo che si sta trasformando in un uccello tenta una via di fuga dal suo inevitabile destino.
Poi partono i titoli d’apertura e abbiamo la mutazione italiana del film che dall’originale “Le Regne Animal” si trasforma in “The Animal Kingdom” nella speranza che questo film, campione d’incassi in patria e vincitore di 5 Cesar, possa ripetere certi risultati grazie all’inglesismo specchietto per le allodole.
Protagonisti sono Francois ed Emile (Romain Duris e l’idolo dei giovani francesi Paul Kircher praticamente perfetti e in grande sintonia tra loro), un padre e un figlio in viaggio verso una clinica per “Mostri”. Lì dentro è ricoverata l’amatissima moglie ormai al termine della sua trasformazione in un felino. Per amore, i due si trasferiranno in un piccolo paesino dove è presente un centro di detenzione per “Mutanti” ma una volta arrivate nel luogo due tragici eventi segneranno inesorabilmente le loro vite.
Un incidente stradale ha liberato i mutanti nel bosco e il giovane Emile scopre che si sta trasformando in un animale simile alla mamma che ricorda molto un lupo.
Thomas CaIlley evita di fare la versione francese di X-Men e focalizza tutto sul rapporto padre-figlio e sulla paura del diverso e sul non conoscere la sua vera natura. Un diverso che pur avendo il suo “Battito Animale” è pur sempre dotato di quella parte umana dove vive e si nasconde l’amore.
Francois incarna le ansie e le paure di un uomo che si trova prima a perdere l’amore della moglie e poi quello del figlio consapevole che rimarrà da solo per il resto della sua vita, ma che comunque accetta inevitabilmente questo destino per l’immenso amore che lui ha per la sua famiglia.
Proprio per questo motivo il film ricorda molto il primo Steven Spielberg, The Animal Kingdom diventa una favola ecologista fatta di sentimenti veri che trova la sua massima espressione nell’amicizia tra Emile e Fix il ragazzo uccello, nell’incontro toccante tra la mamma ormai completamente trasformata e un figlio che cerca una carezza nel suo ultimo barlume di umanità e soprattutto nella commovente fuga finale dove un padre capisce quand’è il momento di far vivere la propria vita al figlio seguendo i propri istinti tutto supportata dalla bellissima colonna sonora di Andrea Laszlo De Simone.
The Animal Kingdom è un ottimo blockbuster all’europea che stranamente i Francesi sanno fare molto bene e che noi italiani, a parte Freaks Out, ancora non riusciamo a fare nostro.
Voto 7
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