Regia di Thomas Cailley vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2023 - QUINZAINE DES CINÉASTES/ TFF 41 - FUORI CONCORSO
Incastrati nel traffico cittadino, un padre ed un figlio in macchina stanno recandosi a fare una visita alla rispettiva moglie e madre, degente presso un centro specializzato. Improvvisamente, un incidente occorso ad una ambulanza anticipa allo spettatore la presenza in libertà di esseri viventi dalla morfologia tutt’altro che normale.
Esseri viventi rigorosamente tenuti in cattività, si comprende si stiano ribellando, alla strenua ricerca di una fuga per la libertà.
Non trascorre molto per comprendere che anche il figlio del protagonista si rivela coinvolto in questo processo di metamorfosi, una evoluzione rapida che invero sta riguardando sempre più parte della popolazione.
Gli esperti classificano tale fenomeno come conseguenza di una pandemia che genera, in coloro che ne vengono coinvolti, una mutazione in grado di renderli esseri viventi dalle caratteristiche similari a svariate altre specie animali.
Esseri umani, ma mutanti, devastati nel corpo ma anche arricchiti di poteri impensabili per un uomo, che li rendono più sensibili dal punto di vista fisico e non meno da quello sensoriale.
Poteri e doni in grado di rendere questi esseri viventi più sensibili ad avvertire il pericolo che li minaccia e più ostili verso tutti coloro che li vogliono tenere sotto controllo, o magari segregare per poi eliminare.
Per fare in modo che la mutazione che sta coinvolgendo il figlio non venga notata dalle autorità, il padre straziato decide di trasferirsi al sud della Francia, in modo da iniziare una nuova vita per lui ed il figlio, che nel frattempo si sottopone ad una cura tramite farmaci sperimentali che pare possano rallentare gli effetti più radicali di quella repentina mutazione fuori controllo. Il ritorno in regia di Thomas Cailley, tornato a dirigere dai tempi del suo pluripremiato esordio de Les combattants (2014), avviene con un film-scommessa per nulla scontato e con ambizioni da blockbuster americano tutto effetti speciali e azione.
Le règne animal si presenta come un progetto davvero ambizioso, che ha goduto di un budget notevole, come denota l'ampio dispiego di effetti speciali, sempre molto realistici e riusciti, necessari a rendere percepibile l'effetto inquietante di una mutazione con cui la natura pare riprendersi i suoi spazi, ai danni di un’ umanità per troppo tempo spietatamente al comando di un pianeta sin troppo soggiogato e condizionato.
Una operazione impegnativa, imponente, ambiziosa questa di Cailley, forte di situazioni e scene grandiose sempre sull'orlo di esagerare e sfociare nel ridicolo involontario, ma anche sempre in grado di scongiurare che tutto ciò si verifichi.
Il bravo regista infatti, autore anche della tesa sceneggiatura, riesce a catturare lo spettatore, trasportandolo entro un’atmosfera da thriller serrato e distopico che, poco per volta, svela tutte le sue misteriose carte, le sfaccettature inquietanti di un qualcosa che assomiglia ad un contagio che ci fa tornare alla mente la situazione drammatica di inizio pandemia da Covid 19.
In aggiunta a queste argomentazioni da thriller catastrofico, il regista aggiunge connotati etici alla sua storia, quando il film ripiega sul sentimento di intolleranza che si genera tra gli umani non ancora contagiati nei riguardi dei mutanti.
Una dinamica questa che trasforma la minaccia incombente in una sorta di caccia alle streghe minata da una regola del sospetto e della caccia alla strega, inducendo le vittime di tutto ciò alla fuga disperata.
In sostanza Le règne animal si presenta come un prodotto riuscito, incalzante e spedito, che funziona e convince, grazie anche all’ affiatata coppia padre e figlio formata dai bravi Romain Duris ed il giovane divo in erba, Paul Kircher.
Se invece la splendida Adèle Exarchopoulos, relegata in un ruolo troppo di contorno risulta quasi sprecata nei panni della poliziotta dai risvolti umani piuttosto rassicuranti e fuori dal comune, al contrario di grande effetto si rivela Tom Mercier, qui nei panni di una vittima della mutazione, uomo destinato a trasformarsi in rapace, e come tale destinato, nel dolore della trasformazione in atto, ad assaporare l’ebbrezza indescrivibile e poetica del volo.
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