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Anselm

Regia di Wim Wenders vedi scheda film

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La recensione su Anselm

di yume
10 stelle

locandina

Anselm (2023): locandina

Come si può parlare di un paesaggio su cui è passato un carro armato?

La voce di Kiefer entra mentre scorrono le immagini del suo mondo di artista folle, immenso, inenarrabile.

Il paesaggio gli è indispensabile, i suoi manufatti spesso escono dagli enormi capannoni eletti a laboratori creativi tra Germania e Francia per coprirsi di foglie, terra, neve, tra gli alberi, con radici che si dipanano da manichini vestiti con abiti bianchi da sposa, abiti sontuosi di antiche eroine del mito, Poppea, Ottavia … donne senza testa, al posto grovigli di fil di ferro o scatole sghembe e misteriose e ai piedi strascichi che si trasformano in radici che scavano a terra.

Wenders ha seguito l’artista per due anni,il confidenziale Anselm del titoloparla di amicizia, lunghe ore in comune, condivisione.

Come per Pina (Bausch) e Salgado, il sale della terra, Wenders ci porta dentro spazi che Kiefer ha costruito intorno a sé nel corso di una vita, in un lavoro di esplorazione della storia, dell’uomo, della natura, fra recuperi della memoria e proiezioni verso il futuro, un cosmo denso e “leggero”, afferma l’artista, nonostante il peso dei materiali, ferro, piombo, acqua, fuoco.

Leggerezza che è il nostro fragile equilibrio di esseri umani, il nostro vivere breve sulla terra e poi tornare polvere.

scena

Anselm (2023): scena

Sembra allora che gli enormi pannelli squarciati da sostanze corrosive o da lingue di fuoco, scale che salgono verso un cielo invisibile, facce di potenti della terra che traspaiono tra pennellate dense di colore scuro e una cortina di macchie, aerei caduti a terra o mai decollati, sembra che da questo mondo in decomposizione l’artista ipotizzi un altro mondo che nascerà, o che la natura riprenderà il suo posto deturpato dall’uomo.

Wenders costruisce la storia dell’uomo Kiefer attraverso l’artista, passa dal presente al passato e torna al presente, Kiefer bambino nel tumulto meravigliato della scoperta e Kiefer giovane, alunno prediletto di Joseph Beuys, Kiefer dedito alla provocazione,il braccio alzato nel saluto nazista :

Se mi chiedono di dichiararmi antifascista non lo faccio, per rispetto di chi antifascista è stato veramente a quel tempo.

scena

Anselm (2023): scena

Infine Kiefer anziano che non si arrende, cammina agile e asciutto fra le sue opere, gira in bicicletta negli hangar sconfinati, gli assistenti lo aiutano a rovesciare liquidi infuocati, lanciare potenti getti d’acqua, spostare libri di piombo di una biblioteca costruita per l’eternità.

E’ un percorso in un mondo artificiale eppure più reale del vero, c’è la sintesi della storia, dell’uomo nella storia e nei suoi miti, perché è lui, l’uomo, il vero mito.

La storia rimossa della Germania (ho avuto la fortuna di nascere nel ’45) è la matrice di fondo del suo lavoro, il tema centrale oltre il quale non si può procedere senza adeguati esorcismi.

Scorrono immagini che ricordano Rossellini di Germania anno zero, erano quelle che Kiefer vide da bambino, sono l’humus della sua arte in cammino verso la catarsi, una purificazione difficile, arduo venir fuori da tempi, quelli della grande protesta, il ’68, quando sembrava che la memoria fosse andata smarrita, nessuno parlava più di quel passato.

Oggi la storia si è presa le sue vendette e la pacificazione è avvenuta nelle sole forme che il presente concede, con accenti gravi, ombre e oscurità.

Wenders filma Kiefer che cammina lungo i terrazzi del Palazzo Ducale a Venezia, mentre guarda le gondole in laguna.

Nel ’22, Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce era il titolo.

Nel Salone dello Scrutinio, luogo-simbolo della Repubblica Serenissima, il passato si fuse al presente, fu un corpo a corpo fra Kiefer e Tintoretto, Palma il Giovane e Andrea Vicentino che ridipinsero la sala dopo il grande incendio del 1577.

Il presente, non più memoria ma realtà fattuale di rovine, incendi, guerre, si fuse al passato, fu l’eterno ritorno della storia ciclica dell’uomo.

La città dell’arte sublime e dello scempio immane dei suoi tesori fu la degna cornice di un grande artista per cui valgono le parole di un altro grande artista: 

Il colore è il tasto, l’occhio è il martelletto, l’anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima.” (W. Kandinsky, Lo spirituale nell’arte)

 

La colonna sonora di Leonard Küßner* fonde magistrali suggestioni sonore alle suggestioni visive.

 

*dal web:

Leonard Küßner è un compositore tedesco pluripremiato che ha scritto per il cinema, il teatro e le sale da concerto. Ha composto le musiche per l'acclamato documentario Dear Future Children (2021) di Franz Böhm e ha firmato la colonna sonora del primo documentario completo sul ballerino di fama mondiale Friedemann Vogel (2020) di Katja Trautwein. Ha collaborato con il coreografo israeliano Smadar Goshen a progetti per Theaterhaus Stuttgart/ZDF/3sat (The Dying Swans Project, 2022) e Württembergischer Kunstverein (Hoomans, 2021). Le sue composizioni per orchestra da camera e due voci "Einsamkeit" e "Andante per sassofono contralto e pianoforte" sono state trasmesse dalla trasmissione tedesca SWR2. Le sue musiche orchestrali per L'Aria del Moscerino e ST. Android di Lukas von Berg sono state entrambi presentati in anteprima al Festival di Cannes. È stato nominato per il German Film Music Award (2018) e per la migliore colonna sonora di un documentario al festival cinematografico del Premio Max Ophüls (2021). Attualmente sta componendo la sua prima opera.

 

 

 

www.paoladigiuseppe.it

 

 

 

 

 

 

 

 

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