Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2023: CANNES PREMIERE/ TFF 41 - FUORI CONCORSO Kubi, che segna l'atteso ritorno in regia dell'estroso e sfaccettato autore, attore e regista nipponici Takeshi Kitano, è incentrato a ricostruire lo storico incidente Honno-ji, occorso nel lontano 1582.
Tutto accadde quando un importante vassallo di Oda Nobunaga si ribellò e costrinse il suo padrone a commettere hara-kiri a Kyoto.
Da allora le ragioni della rivolta e se Akechi Mitsuhide fosse davvero il capobanda sono state dibattute fino a oggi, essendosi perduti molti particolari di quella complessa contesa sociale che, per noi europei, si trasforma in un intrico spesso inestricabile, per quanto godibile e a tratti persino brillante.
Tra teste mozzate, amori omosessuali tra soldati e ironia a profusione, Kubi narra convulsamente gli ultimi giorni del governo Nobunaga, uomo di potere che sogna di unificare il Giappone; ma anche del tradimento di Akechi Mitsuhide e del complotto dietro le quinte di Hashiba Hideyoshi.
Hideyoshi, buffo ed irresistibile personaggio interpretato dallo stesso regista, prima inganna Nobunaga e lo induce al suicidio durante l’attacco al tempio di Honn?-ji.
Poi sconfigge l’esercito di Mitsuhide nella battaglia di Yamazaki.
Kitano, autore anche della sceneggiatura, a sua volta tratta dal suo omonimo romanzo, tratteggia sia il lato più personale ed intimista dei vari personaggi coinvolti nella complessa vicenda, senza escludere di dedicare tempo e mezzi alla rappresentazione delle grandi battaglie e delle violenze che da esse derivano.
Un film insolito nel rappresentare i vizi e le virtù della corte militaresca del tempo, gli intrighi amorosi e le violenze perpetrate a seguito di piani e sotterfugi in cui ad avere la meglio è non tanto il più forte, bensì il più astuto.
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