Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Wim Wenders ha sempre amato il Giappone. Il suo cinema. Il regista Ozu.
Sulla societa' e la vita giapponese prova a dire la sua con questa pellicola - Perfect days - che racconta la vita semplice e umile di un addetto alle pulizie di bagni pubblici. Segue il bravissimo Koji Yakusho sin dal mattino che: si alza, annaffia le piante, beve un caffe', si reca a lavoro, ascolta musicassette, legge libri.
Pian piano qualche scorcio del suo passato affiora.
Molti hanno urlato alla meraviglia della semplicita', delle piccole cose.
Penso che si siano sbagliati.
La societa' giapponese e' ambigua e contraddittoria. Quello che in apparenza puo' sembrare un paradiso, in realta' e' un inferno. O magari emtrambe le cose.
Ora, che il tizio non parli, non comunichi, non interloquisca col suo collega di lavoro, sia ermetico, impenetrabile, puo' infastidire, rendere nervosi, ma Wenders coglie appieno la realta'. Il meraviglioso finale, insostenibile, da Oscar, rende chiarissimo le contraddizioni di questo paese: l' uomo in questione e' felice o e' triste?
Quel sorriso, quel pianto, fusi, mischiati, e' la risposta contraddittoria di un paese, forse, da sempre, indecifrabile.
Perso nelle loro abitudini, affogati nella loro formalita', (finta?) tranquillita'.
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