Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Wim Wenders riesce ottimamente a trasportare lo spettatore nell'ordinarietà di una vita comune, quella del pulitore di bagni pubblici Hirayama, che proprio nel suo semplice affacciarsi ogni giorno alla vita mostra una straordinarietà data dalla mancanza di tutti quegli orpelli che spesso, più che riempire la vita, finiscono solo per appesantirla
Hirayama è un sessantenne metodico, abitudinario, con poche, misurate emozioni come il Bartebly di Melville (fotografare gli alberi con la sua macchina fotografica a rullini, passare il giorno festivo girando per Tokyo in bicicletta dopo un bagno rilassante ed un panino al solito, anonimo bar, leggere libri che gli raccontino delle emozioni altrui, quelle quasi del tutto assenti nella sua vita). Una persona ordinaria, che però in una società in perenne movimento, mai sazia di nulla, acquista una parvenza di straordinarietà proprio per questa ostinata dedizione alle piccole cose, ma anche alla meticolosa organizzazione del suo lavoro di pulizie dei bagni pubblici. Wim Wenders è maestro indiscusso di quel minimalismo che non è voler a tutti i costi seguire solo le soddisfazioni delle piccole cose, ma che anzi trova in ogni gesto, anche il più banale di quest'uomo medio ma non mediocre, un motivo per sorridere alla vita, come un giansenista che scansa l'insetto che sta per calpestare perchè non trova giusto che un suo gesto sia prevaricatore sulla vita altrui. Un gran bel film, dove ciliegina sulla torta sono una sapiente colonna sonora ed un'affascinante fotografia di una Tokyo spesso crepuscolare e per questo, pur nella sua caoticità, con un suo indubbio fascino.
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