Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Utopia? Certo, Wenders ne confeziona una tangibile, forse realizzabile, ci vuol coraggio.
Lasciare che il passato, quale che sia, non ti impedisca di guardare avanti, non chiedersi come sarà il domani, vivere nel presente e farlo splendere di luce propria. Alberi, piantine da invasare, cieli azzurri o minacciosi gonfi di pioggia, tutto è presente nel piccolo cerchio di spazio in cui viviamo. E poi ci sono i libri, c’è la musica, di cosa abbiamo bisogno ancora?
Hirayama non chiede nulla ma dà molto. Ascolta l’altro, lo guarda, gli sorride, è una persona gentile.
E pulisce i bagni di Tokyo, ogni giorno, con cura, meticolosità, la sua attrezzatura ben organizzata nella piccola monovolume che sfreccia per le higway della città tentacolare, farebbe invidia ad ogni brava massaia. La sera frequenta i bagni pubblici e fa un rilassante idromassaggio, poi va dal suo ristorantino di fiducia dove lo accoglie un buon bicchiere e la solita frase:Ecco a te dopo una giornata di duro lavoro.
Dalle cassette che ha in macchina escono le voci celebri di Patti Smith, Otis Reding, Lou Reed, ma è soprattutto la voce di Nina Simone che lo delizia in un memorabile primo piano finale in cui sul suo viso passa tutto il suo mondo, sentimenti ed emozioni, tutta la gamma che un irresistibile attore come Koji Yakusho riesce a esprimere senza parole.
Wenders capisce così a fondo il Giappone da essere stato scelto a rappresentarlo agli Oscar, alle sue spalle c’è soprattutto Ozu, la vita ad altezza di tatami.
Qui è vita ad altezza di bagni pubblici, che a Tokyo sono piccoli capolavori di arredo urbano, questo bisogna riconoscerlo.
E partendo da lì e da una linda casetta che ha l’essenziale ma è piena di libri e piccole piantine in vaso, ci porta nei giorni tutti uguali di un giapponese doc, senza tic e nevrosi, accogliente ma non invadente, amico del mondo e di sé stesso, apparentemente senza bisogni, in realtà li ha appagati tutti, non gli serve altro, ha la sua musica, le sue letture serali, serve altro?
I sogni non lo tormentano, sfilano immagini sfocate in bianco e nero che segnalano un onirico ormai metabolizzato, la prima cosa che fa il mattino uscendo è guardare il cielo e tirar su un respiro di… gioia? Forse, appagamento? Forse, o forse è il respiro di chi si sente vivo e gli basta, e solo così, nei suoi giorni perfetti, saprà cogliere la poesia del mondo.
www.paoladigiuseppe.it
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta