Regia di Mary McGuckian vedi scheda film
Anche con un budget ridotto, sulla vita di George Best, calciatore del Manchester United, soprannominato El Beatle dopo che la sua squadra soffiò la coppa Europa nel 1968 al Benfica, considerato uno dei cinque migliori calciatori del mondo, si sarebbe potuto fare un film pieno di ritmo, di spunti, di segni del tempo. Il tempo di Best erano infatti gli anni ’60 e ’70 britannici, di Londra al centro della mappa delle mode, della musica, persino del cinema. Anni di accelerazioni e sperimentazioni, di apparente eterna giovinezza, che Best rappresentò bene con il suo successo, il suo taglio alla Beatle, la sua passione per ragazze, party e alcol. Infatti, il film di Mary McGuckian parte bene, con leggerezza, imitando un po’ Lester un po’ le news. Poi però si appiattisce in un moralismo troppo semplice e ridondante e lascia che a fare il ritmo sia la colonna musicale d’epoca, che è la cosa migliore del film. Ma non basta.
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