Regia di Todd Haynes vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2024 - IN CONCORSO/ AL CINEMA
La ultracinquantenne Gracie balzó alle cronache nazionali nell'ormai lontano 1992, quando, poco più che trentacinquenne, venne arrestata per aver allacciato una relazione sessuale con un ragazzo all'epoca tredicenne.
Costui però, nonostante lo scandalo processuale e morale che ne conseguì, risulta ancora il suo compagno di vita (ad interpretare il compagno ormai adulto, un ottimo Charles Melton, di cui si sentirà certamente parlare in un prossimo futuro), nonché il padre dei tre ultimi figli della donna, un tempo già sposata con un altro uomo.
Quando la diva del cinema Elizabeth decide di portare sullo schermo l'incredibile e divisiva, sconcertante vicenda di Gracie, quest'ultima accetta di invitarla nella sua bella casa di Savannah, affinché l'attrice si immedesimi più accuratamente nel personaggio, entrando in contatto con la quotidianità della donna, e dei suoi familiari.
Ma a volte la verità, per quanto incredibile e paradossale, si dimostra così complicata ed imprevedibile da rivelarsi estremamente complicato riuscire a trasferirla in una trasposizione a cui prema sviare ogni ricatto sentimentale o morboso, di fatto inevitabilmente presente nella vicenda originaria, meritata si scalpore ed indignazione, come viceversa sentimenti di comprensione ed appoggio incondizionato.
L'impegno e la devozione di un'attrice che decide di entrare nel vivo di una vita reale che pare una solo, al punto da non disdegnare nemmeno una segreta love story con il famoso ex marito bambino di Gracie, si scontra con le incognite che solo la vita vera riesce a portare avanti. Generando frustrazioni tra chi ancora si trascina dietro il pregiudizio di una scelta al limite dell'autolesionismo, e chi si sforza di rendere credibile un personaggio sulla carta così sopra le righe ed inverosimile da sembrare tutto, fuorché reale.
Todd Haynes sfodera anche stavolta la sua nota ed inalterata tempra di regista sensibile a tratteggiare le sottigliezze di un turbamento interiore che, qualora lo si cerchi di rielaborare e circoscrivere, finisce per rivelarsi un sentimento insostenibile, impossibile da inquadrare nonostante l'impegno di chi ha vissuto sulla sua pelle una storia irrinunciabile, e chi ambisce a portarla sullo schermo.
Stati d'animo e disagi che due attrici in stato di grazia come Julianne Moore (nei panni di Gracie) e Natalie Portman, straordinaria in particolare quest' ultima nel ruolo della diva diligente ma anche sconcertata e perplessa, ostinatamente impegnata a portare a termine nel modo più aderente possibile un progetto così controverso.
Due attrici perfette, indispensabili alla riuscita di un film che riesce a non risultare morboso nonostante le sconcertanti premesse.
May december, titolo che allude a due stagioni di vita nettamente distinte, che non possono non richiamare la primavera e l'autunno esistenziale che caratterizza la controversa, ma anche umanissima coppia protagonista dello scandaloso scoop di un trentennio orsono da trasporre al cinema, è un film che vive di sguardi e di sottigliezze, di verità non dette ma suggerite, e di sentimenti vissuti in sottrazione che riescono a rendere impellente ed acuto l'intero progetto.
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