Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Una commessa di supermercato, licenziata e privata di qualsiasi diritto sul lavoro, si invcaghisce di un operaio alcolista. I due si incontrano in un night. Lei gli dà il suo numero di telefono vergato su un biglietto. Lui lo perde. Farà di tutto per ritrovarla e, quando questo avverrà, diventerà un altro uomo.
È tutta qui la trama di Foglie al vento, il film che Aki Kaurismäki ha girato con lo stile che lo caratterizza da sempre: macchina da presa fissa, cromatismi accentuati, dialoghi ridotti al minimo, primi piani, inqudrature geometriche. Ancora una volta, il cihema del Maestro finlandese guarda agli utlimi, ai diseredati, ai drop out. E lo fa con una tenerezza quasi commovente, che scarta spesso su un tono grottesco, non privo di una lieve ironia. Ma, a differenza di altre occasioni (Ho affittato un killer, …), stavolta lo spunto narrativo è davvero troppo esile per poter gridare al capolavoro.
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