Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
L'impronta di Kaurismaki è presto evidente; tra i pochi suoi film che ho visto, mi è parso tra i migliori.
Ritenuto uno dei top film d’essai, dalla critica, per la stagione 23-24, è in effetti un gioiellino targato Kaurismaki. Il regista finlandese è spesso divisivo, o piace (molto, di solito), o non piace (anche qua, non piace molto, solitamente). Io invece apprezzo parecchio il suo umorismo surreale che, tra l’altro, prende in giro gli stessi finlandesi, abituati spesso a tenere un tono monocorde, nel parlare, tanto che con la stessa voce possono dire “sono molto contento” o “sono molto triste”, con identico slancio ed entusiasmo (o mancanza degli stessi, per meglio dire). Il cast è in stato di grazia e sorregge alla grande il film, diretto peraltro molto molto bene. La storia prende da subito, è simpatica, anche le musiche sono forti (e che testi in quelle finlandesi! Top le due ragazze new wave al karaoke). Alla radio, nel film, solo notizie dell’attacco russo all’Ucraina, e dell’abitudine russa di bombardare ospedali (come in Cecenia e Siria, in precedenza), ora copiata da Israele. Io sarei per un 7,5; la critica di mezzo mondo andò in visibilio, il grande pubblico solo poco meno; partecipò a Cannes dove vinse il Premio della giuria (una sorta di terzo posto, o giù di lì).
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