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Foglie al vento

Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Foglie al vento

di yume
8 stelle

uomini e donne che danno un senso alla loro vita.

locandina

Foglie al vento (2023): locandina

come un viandante che vive la sua esistenza in un mondo che non gli appartiene mai e che tuttavia sa contemplare con disarmante acutezza, percependone le voci arcane, esiliato non dal mondo ma nel mondo entro cui percorre il suo cammino circolare… 

 

Adorno che parla dell’Incompiuta di Schubert sembra parlare di questa piccola storia molto chapliniana (non trascurare l’ultimo frame, lei, lui e il cane che si allontanano, di spalle, e lui chiede a lei il nome del cane. Chaplin risponde lei)

Helsinki vista dal basso, come Tokyo nelle periferie di Ozu: supermercato, zona servizi di un altoforno, un pub con karaoche per malinconiche serate del dopolavoro, interni di case spoglie.

Piccoli uomini e piccole donne vivono la loro vita invisibile, negli sguardi una malinconia muta ma non rassegnata, se non c’è spinta in avanti e ribellione c’è tuttavia una ricerca, forse inconscia, certo non disperata.

Lei e lui si guardano, sguardi brevi ma bastano, fuori dal pub inizia una timida conoscenza, lei non gli dice il suo nome, “Domani” promette, gli dà il suo numero, un foglietto che scappa dalla tasca e il vento si porta via, foglie al vento.

E altre ne accadranno a intralciare la strada dei senza nome, pensiamo a Montale, Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, l’uomo e la donna sono minuscoli atomi in un mondo incomprensibile che gioca a rimpiattino con loro, e quando stanno per incontrarsi il vento li spazza via.

Ma nella inenarrabile impotenza dell’uomo di fronte al suo mistero schiacciante, la vita può essere a volte gentile, forse suo malgrado, ma tant’è.

Emergono i nomi, non si muore ogni volta, anche se tutto lo lasciava prevedere, i sogni non muoiono sempre, all’alba, l’alcool che colma il vuoto si può abbandonare, un amico che ti presta la giacca lo trovi e sempre lui, angelo mandato dalla provvidenza?, dà l’informazione che serve a ritrovarsi.

Il foliage lungo il viale ha colori autunnali caldi, non è solo grigia e amara la vita, Les feuilles mortes, anche in finlandese, resta l’incantevole ballata che Marcel Carné volle per il suo film del ’46, mentre i due si allontano di spalle, col cagnolino.

Soffermarsi sul genio di Kaurismaki è una ridondanza, chi lo ama lo ama sempre di più, chi non lo conosce ha perso qualcosa, le sue piccole storie di periferia, di riscatto individuale, di vita scarna fuori e ricca dentro, sono quella piccola goccia che resiste a essere diversa dalle onde tumultuanti dell’oceano.

Questo solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo,

Ansa e Holappa non sono perdenti, non vogliono vivere soli.

La coppia seduta ad aspettare il treno nel finale di Una domenica meravigliosa di Kurosawa è un’immagine chapliniana che fa a gara con il finale di Foglie al vento.

Yuzo e Masako, Ansa e Holappa, uomini e donne che danno un senso alla loro vita.

 

 

 

www.paoladigiuseppe.it

 

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